Gennaio rappresenta un mese di assoluta importanza per il destino della compagine grigiorossa che sarà chiamata ad affrontare cinque partite nel lasso di diciotto giorni. Tre gare saranno disputate allo stadio “Novi” (Portici, Palmese e Paganese) mentre due saranno le trasferte (Sorrento e Ilva Maddalena).
Una sequenza di impegni probanti che al termine del ciclo potranno realmente far capire quale potrà essere il cammino della formazione di Sanchez fino al termine della stagione.
Alla vigilia del campionato lo sguardo era rivolto verso i quartieri nobili della classifica con voli pindarici alimentati dalla fantastica impresa della scorsa stagione e da qualche “rumors” che ha nutrito i sogni della tifoseria.
Dal match con il Cassino, invece, si è compreso che la serie D e un’altra storia con valori e organizzazione di gioco che hanno un peso rilevante rispetto ad altri tipi di iniziative. E allora le ambizioni sono state ridimensionate accontentandosi di presenziare stabilmente nel ventre della graduatoria, accettando una condizione di serenità funzionale ad una piazza che manca nel panorama nazionale da undici anni.
La realtà, oggi, narra che i grigiorossi, pur dovendo recuperare due partite, sono ad un passo dal trovare collocazione nell’albergo poco confortevole dei play-out.
I numeri di Sanchez registrano 17 punti in dieci partite. Una media che consentirebbe, se confermata, di ambire ad un torneo tranquillo strizzando magari anche l’occhio alla, poco conveniente, finestra dei play-off.
La soglia utile per arrivare alla salvezza dovrebbe aggirarsi intorno ai 40-41 punti e, pertanto, al cavallino serve mettere insieme almeno 20 punti per garantirsi la salvezza.
L’anno si è aperto con una sconfitta ad Aprilia. L’analisi del match, considerato il passivo e il canonico disfattismo “made in Angri”, basta ad alimentare lo scenario più pessimistico mandando in cantina tutti i buoni propositi del nuovo anno.
La parola d’ordine deve essere, EQUILIBRIO! In ciascuna componente serve avere lucidità nell’affrontare le difficoltà siano esse legate alla gestione, alla convivenza, ai problemi tecnici e soprattutto ai risultati.
Occorre non lasciarsi travolgere dalle onde emotive focalizzando energie e risorse verso il principale traguardo della permanenza in categoria.
Il cavallino per tornare a competere a livello nazionale ha dovuto attendere undici anni e le fatiche compiute nella passata stagione non vanno assolutamente vanificate!
Ciascuno faccia la sua parte, con funzioni e modi diversi, ma con l’unico obiettivo di custodire il patrimonio della categoria nazionale!