Su cento italiani solo 18 sono in possesso di una laurea. Lo dice l’“Education at glance 2017”, report annuale sull’educazione nei paesi ad economia avanzata. Un trend negativo che il nord Italia non smentisce ma che si riflette sul Mezzogiorno con ancora maggiore prepotenza. In un quadro tutt’altro che positivo, trovano senza sforzo collocazione anche i numeri relativi al Comune di Angri.
Su una popolazione di 34.023 unità (stima del 31 dicembre 2016), hanno conseguito il massimo titolo di studio soltanto in 2917. In percentuale siamo intorno all’8,5 per cento dei residenti, dieci punti sotto la media nazionale, che è a sua volta di quasi 20 punti inferiore rispetto a quella che si registra nella zona Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
Il dato in realtà sorprende solo relativamente, se si pensa che la laurea, quantomeno al sud, oggi non appare come un buon investimento: tasse troppo alte e poche borse di studio, fattori che mal si sposano con la crisi dilagante che ha messo in ginocchio le famiglie negli ultimi anni, senza lasciare indenne neanche l’Agro nocerino sarnese. Per gli angresi poi, gioca un ruolo non da poco la distanza da percorrere per raggiungere gli atenei dislocati in Regione.
Il provvedimento della Regione Campania, che ha consentito agli studenti di disporre di abbonamenti gratuiti con cui usufruire dei servizi di trasporto scolastico, da questo punto di vista ha indubbiamente facilitato le cose.
Restano però altri disincentivi. Per dirne uno, le poche opportunità di lavoro: secondo le statistiche, al sud al momento è più semplice trovare un impiego con un diploma superiore, meglio ancora se conseguito in un istituto professionale, che con una laurea.
Ad Angri, quindi, rispetto ai circa 3000 laureati, potrebbero avere più fortuna gli 8905 residenti che hanno conseguito come ultimo titolo di studio il diploma di istruzione superiore di secondo grado. Anche questi in realtà sono una minoranza.
La maggior parte della popolazione angrese (9578 unità) è in realtà ferma alla licenza media. Siamo di fronte a una percentuale che sfiora il 30 per cento. Non mancano poi i residenti che dispongono unicamente della licenza elementare (5028) né gli analfabeti, che costituiscono al momento l’1,2 per cento della popolazione, tutto sommato in linea con la percentuale nazionale. Intanto 29.475 individui sono ancora in età scolare. La speranza è che nei prossimi anni i loro risultati riescano a risollevare le statistiche. Valentina Comiato (fonte: lacittà)