Continua a versare in preoccupanti condizioni di degrado una villa in stile liberty in corso Vittorio Emanuele. L’immobile è di proprietà privata ma il suo perdurante stato di abbandono potrebbe richiamare le attenzioni dell’amministrazione comunale con l’intento di salvaguardare la privata e pubblica incolumità. Un gioiello dimenticato eppure situato nel pieno centro cittadino. L’abitazione venne costruita durante gli anni Trenta da Erminia Varone, prima cantante lirica e poi “bella di giorno”.
Gli ultimi inquilini sono stati sia i proprietari, che alcuni dirigenti dell’industria conserviere Elvea che lì hanno avuto per anni il proprio quartier generale. L’immobile, visto il suo pregio e il periodo di costruzione, è sotto il vincolo della Soprintendenza per i Beni Culturali che potrebbe decidere di sollecitarne un’adeguata riqualificazione: la storica dimora rappresenta un pezzo significativo della recente storia locale. L’abitazione è un raro esempio di architettura del tempo e venne edificata nei pressi della stazione ferroviaria, luogo di snodo di uomini e merci, quando la cittá era ancora poco più che un borgo contadino ancora libera dal sacco edilizio degli anni a seguire.
Il villino fu edificato per volontà della signora Varone grazie ai lauti guadagni ottenuti esercitando a Napoli il mestiere più antico del mondo. Una ragazza di provincia ammaliata dalla vicina metropoli ed attratta da una vita diversa, più entusiasmante e meno piatta. Si affidò per la sua costruzione alla maestria degli artigiani del tempo per una spesa di circa trentamila lire: un importo considerevole per quegli anni. Una storia singolare che rimanda la memoria indietro nei decenni facendo rimbalzare un presente di degrado e di incuria. Quella casa è cadente in ogni sua parte, ma nuove opere di riqualificazione ed una destinazione d’uso più consona ne potrebbero decretare una nuova vita più florida. Un esempio di architettura raro in tutto il comprensorio dell’Agro nocerino: una casa di pregio che attende solo un’attenta ristrutturazione.
Pippo Della Corte