Qualche settimana fa è venuto a mancare un angrese tanto pittoresco quanto per bene: Francesco Pisacane detto “Ciccio ‘o pazzo”. Il soprannome la dice lunga sul personaggio, che l’immaginario collettivo aveva disegnato intorno ad una persona, in fondo umile per quanto alcuni suoi atteggiamenti fossero sicuramente da catalogare fuori dagli schemi. Ne parlo ora, dopo quasi un mese, perché i casi della vita sono decisamente imperscrutabili e spesso non alla nostra portata.
Io l’ho conosciuto molti anni fa, in un ambito lavorativo che rappresentava di sovente la sola fonte di guadagno per interi nuclei familiari.
Io ero ragazzo e “mi buscavo la giornata” nelle industrie conserviere durante l’estate, per pagarmi vestiti nuovi e le sigarette, finché duravano; Ciccio, invece, come migliaia di altri angresi e non solo, lavorava per rimpinguare le entrate familiari.
Poi il grande fiume della vita, mi ha portato lontano, nascondendo dietro più di un’ansa, quei giorni spesi da lavoratore stagionale.
Ho “rivisto” anni dopo quell’uomo umile e laborioso, godere dei genuini piaceri della vita, restando seduto nelle afose serate estive, sull’uscio di casa sua in compagnia della inseparabile moglie e della musica che riempiva l’aria. L’ho visto anche sorridere come un bambino, quando girava la manetta del gas della sua moto Guzzi rossa, con la moglie seduta sul sellino, anch’essa sorridente, anzi raggiante di stringere in vita, il suo uomo.
Poi l’ho scoperto anche sotto un’altra veste. Lo so che il buon Nesy Marzio, al secolo Marziano Attianese, durante una sua memorabile intervista trasmessa da Teleangri1, un poco lo prendeva in giro e lui, Francesco Pisacane, sicuramente ne era consapevole e prestava di buon grado, il fianco alle battute dell’ex dipendente comunale; ma va sottolineato, e credo spetti a me farlo, che in un surreale passaggio di quel mitico show televisivo, Ciccio dichiarò, presentando il suo programma elettorale per farsi eleggere sindaco, che avrebbe letteralmente “portato il mare” ad Angri.
All’epoca disquisì dettagliatamente sulle modalità e sulle ricadute economiche di questo radicale intervento, se il progetto fosse stato realizzato. Ovviamente il tutto ha provocato strizzate d’occhio compiacenti, per decenni da allora, e sorrisi sulle labbra di chiunque abbia avuto il piacere di gustare questo video ancora disponibile su YouTube.
Oggi, davanti allo scempio di Corso Italia, con l’enorme piscina che, causa le copiose piogge è venuta a crearsi nell’invaso prodotto dagli scavi, ora bloccati dai sigilli dell’autorità giudiziaria, mi dispiace tantissimo che Ciccio ‘o pazzo non sia ancora qui per vedere realizzato il suo sogno di portare il mare ad Angri.
Lui avrebbe impegnato piazza Annunziata per il suo progetto, oggi ci ha pensato qualcun altro a poche decine di metri di distanza, con costi e ricadute sociali ed economiche sicuramente diverse. Ancora una volta mi tocca riconoscere che si può passare dal sorriso al pianto in un attimo, amaro destino del nostro ormai sconclusionato paesotto.