Mancano poche settimane a Pasqua e siamo, quindi, in piena Quaresima. Dalle mie reminiscenze di fede inculcatemi durante il Catechismo, e dai miei ricordi legati alla fanciullezza, porto nel cuore un tempo che sembra ormai andato. Mi sovviene il divieto di mangiare carne di venerdì, la preparazione al Precetto Pasquale, le tappe della via Crucis e la domenica delle Palme, la visita ai Sepolcri… Momenti indimenticabili che in questi giorni mi sembra di rivivere con una partecipazione profonda e, se me lo consentite, decisamente profana. Certe vicissitudini che stanno caratterizzando la storia recente del nostro paese, mi fanno venire in mente il doloroso percorso che Gesù fu costretto ad affrontare, per giungere in cima al monte Calvario dove fu poi crocifisso.
Il peso della croce che noi cittadini di Angri siamo obbligati a sopportare ogni giorno (per le difficoltà legate al traffico ed ai parcheggi, per le opere pubbliche che nascono e muoiono sulla carta, per l’assoluta indifferenza nei riguardi dei bisogni dei residenti, per l’indomita protervia ostentata giorno dopo giorno nei confronti di chi segnala disservizi e carenze, per il mutismo istituzionale di chi non gradisce il contraddittorio), non è altro che il lento strisciare dei passi lungo la via verso il Golgota per poi subire a nostra volta, l’ignominia della crocifissione. Ed una volta appeso, il nostro scalcagnato e bistrattato paese, non potrà avvalersi neanche della compagnia dei “due ladroni” di turno, visto che tutti i comuni a noi vicini, se la passano certamente meglio di noi, avendo una classe dirigente decisamente più attenta e vicina agli amministrati.
Dispiace molto, aver avuto in questi anni un sindaco di “pilatesca” tempra e costituzione, capace, a guisa di scaricatore di porto, di affibbiare barili ricolmi, a chi, amico o nemico, avesse orbitato nelle sue vicinanze. E non ci può rinfrancare neanche la certezza della resurrezione dopo tre giorni, che resta peculiarità di nostro Signore: la nostra cittadina, anche nel propizio evento di un cambio di rotta a seguito delle prossime elezioni, necessiterà di anni di “riabilitazione” e di “recupero”, prima di poter rialzare la testa e guardare positivamente al futuro. Nella settimana Santa che ci apprestiamo a vivere, nella giornata di giovedì, mi dedicherò alla visita ai sepolcri disseminati sul nostro territorio: una piccola offerta alla ferita inferta a Corso Italia e via Cervina, un obolo alle sedi abbandonate dell’ex SAUB, un’elemosina alle tante Chiese chiuse e lasciate nell’oblio, un omaggio ai tanti progetti mai realizzati che punteggiano il nostro territorio.
E poi, dopo aver subito l’onta del tradimento di tanti Giuda qui residenti, di venerdì, mi chiuderò nel mio sepolcro, in attesa di avere la forza di scostare la pietra tombale che ne chiuderà l’ingresso, sperando di trovare fuori ad attendermi, degli Angeli alati capaci di far risollevare di nuovo in volo la mia Angri.