Questa mattina, dopo intercorsi colloqui telefonici con parte dei soggetti interessati, ho inviato ufficialmente la nostra presa di posizione rispetto alla richiesta del Sindaco di Sant’Antonio Abate di rinominare l’attuale uscita “Diramazione 268”.
A mio avviso, e come è chiaro a molti cittadini, ci sono delle ovvie e importanti considerazioni di carattere territoriale che non sono state prese in esame da chi ha richiesto tale modifica. Per spirito di completezza, vi riporto qui per intero il testo della rivendicazione inviato stamattina:
“Egregi,con la presente, avendo appreso da organi di stampa e di informazione, che il sindaco del Comune di Sant’Antonio Abate (NA) ha manifestato la sua volontà di denominare l’attuale uscita sull’Autostrada A3 Napoli-Salerno direzione sud, che individua l’innesto per l’accesso alla S.S. 268 con la denomimnazione “USCITA SANT’ANTONIO ABATE”, si rappresenta quanto segue.
Si premette che solo le rampe di collegamento alla barriera o casello ricadono, in parte, nel territorio del Comune di Sant’Antonio Abate, mentre il casello, o barriera, ricade interamente nel territorio del Comune di Angri così come l’ingresso alla SS 268 e l’ingresso alla rampa di collegamento alla viabilità locale.
Pertanto, la corsia di uscita attualmente denominata “Diramazione 268” collega in via principale il Comune di Angri, e in via subordinata tutti gli altri comuni confinanti.
Per quanto sopra premesso, l’istante nella qualità di sindaco p.t. e legale rappresentane del Comune di Angri, rivendica la titolarità dell’eventuale nuova denominazione della suddetta uscita con l’indicazione “USCITA ANGRI NORD”, con l’avvertenza che qualsiasi altra denominazione che non tenga conto della territorialità del casello o barriera, sarà oggetto di contestazione in tutte le sedi.” ]
Fermo restando la nostra volontà di opporci ad una richiesta che riteniamo pretestuosa, come ampiamente espresso, resto sempre disponibile al dialogo, al confronti, anche quando è evidente e sotto gli occhi di tutti la non-volontà (di parte) a dialogare tra comuni confinanti su questioni che interessano la collettività.