C’è attesa per conoscere le future mosse del governo cittadino in merito alla delibera approvata per dare corso al piano di dimensionamento scolastico.
La questione verte sul ritiro o sulla conferma dell’atto verso il quale la giunta si è espressa in maniera favorevole nelle passate settimane generando le proteste della comunità scolastica della “Galvani – Opromolla”, divisa a partire dal prossimo anno scolastico.
La querelle tra la Regione Campania e il governo centrale avrebbe potuto risolvere il problema ma il dibattimento del ricorso presentato dal Miur è in programma il prossimo 28 novembre e qualora la sentenza del Tar venisse ribaltata l’istituzione scolastica, che di recente si è unita presso il nuovo complesso di via Dante Alighieri, sarebbe divisa provocando un sisma per quanto concerne la posizione di tanti insegnanti.
Nelle scorse settimane era trapelata la possibilità che la giunta comunale fosse orientata a fare un passo indietro e ritirare la delibera oggetto della contesa. Tra le fila della maggioranza che sostiene il sindaco Cosimo Ferraioli si è aperta una discussione provocando forti divergenze tra alcuni consiglieri comunali dei gruppi civici.
In merito alla volontà o meno di confermare la delibera della giunta comunale il primo cittadino non si è espresso in merito declinando l’invito a rilasciare dichiarazioni sulla questione.
“La giunta deve ritirare la delibera perché non è possibile affrontare una questione soltanto con i numeri – spiega Ciro Francese attivista politico – fronteggiare la decrescita demografica e la crisi economica del Paese con il taglio di risorse alla scuola pubblica, con la soppressione di istituzioni scolastiche, con la rottura della relazione scuola-territorio rappresenta una scelta miope, lontana dalle esigenze di futuro del Paese. La prossimità scuola-territorio è uno degli elementi fondamentali per favorire l’inclusione dei soggetti fragili con bisogni educativi speciali, la rottura del legame di prossimità sarebbe un colpo letale alla capacità di costruire comunità accoglienti. Voglio dire che la crisi economica e sociale non deve essere un alibi per arretrare culturalmente poiché l’inclusione non è un valore di mercato”.
La disputa tra scuola e amministrazione comunale rischia di arricchirsi di nuovi elementi coinvolgendo anche la componente politica che già nel recente passato si è scontrata sulla vicenda.
“Non ritirare la delibera, e il tempo stringe, vuol dire agire sul ridimensionamento in modo per nulla semplice e a danno soprattutto degli studenti e degli insegnanti – dichiara Eugenio Lato del Fronte Civile – ritirarla, invece, dimostrerebbe la volontà di agire (sempre nelle more della dettatura nazionale) in modo più “consono” al rispetto delle parti sopracitate. Occorre togliere questa spada di Damocle che si sono autoimposti solo per far “bella figura” con il Governo centrale, la realtà è che abbiamo bisogno di altro, di un nuovo organigramma scolastico che renda giustizia della didattica e della logistica delle varie realtà educative angresi”.