Ogni storia ha un inizio ed una fine, ovviamente ci sono quelle che durano di più e quelle che invece hanno vita breve, ma non sfuggono a queste semplici regole. Tra le tante storie che ho attraversato, da attore, da comparsa o da spettatore, ce n’è una che voglio raccontarvi con queste poche righe.
Si tratta delle peripezie di APU, progetto finanziato dalla Comunità Europea che ha avuto tra i beneficiari anche il comune di Angri. Il POR FSE Campania 2014-2020 (il cui acronimo significa Programmi Operativi Regionali finanziati con Fondo Sociale Europeo), prevedeva le Attività di Pubblica Utilità (apu) da svolgere in vari ambiti, dietro specifica presentazione di progetti da parte degli enti locali (nel nostro caso il comune di Angri). Il progetto doveva completarsi in un massimo di sei mesi con determinati “paletti” da rispettare sugli orari, gli impieghi ed il personale da impiegare.
Ad Angri l’avvio delle attività di pubblica utilità ebbe luogo nel mese di ottobre 2018; tali attività si protrassero fino al giugno successivo, valicando i limiti fissati dal progetto originario. Quando i destinatari (circa 25 tra giovani e meno giovani angresi), realizzarono che gli sarebbero stati liquidati solamente sei mesi (come da programma) sugli otto di effettivo impiego, questi ne chiesero conto al responsabile del procedimento, senza averne un positivo riscontro.
Da allora, una metà dei partecipanti al progetto, grazie ad una sentenza del tribunale di Nocera, ha avuto soddisfazione ricevendo la parte mancante e costringendo l’ente comunale al pagamento delle spese legali; i restanti, non avendo potuto essere inseriti nella prima tranche dei “ricorrenti”, raggiunsero un accordo (meno soldi ma subito) con il comune per il tramite di un caposettore e del segretario comunale (si era nel 2020). Poi nel luglio di quest’anno è stato definitivamente siglato davanti ad un giudice con scadenza per il pagamento 30 settembre. A tutt’oggi (metà ottobre 2023 ndr), detto accordo non è stato ancora onorato: sono cambiati tre segretari comunali, si sono succeduti legali del comune, revisori dei conti, consiglieri comunali, che volta per volta hanno garantito sulla propria parola per la positiva risoluzione della questione, ma gli “apuisti” stanno ancora aspettando! Vuoi vedere che per la prima volta siamo di fronte ad una storia senza fine? Una cosa è certa, per l’ennesima volta l’ente pubblico sta facendo una brutta figura e, di riflesso, anche alcuni burocrati della macchina comunale non ne stanno uscendo bene.
Eppure l’esempio di legalità dovrebbe essere fuori discussione, non ci dovrebbero essere dubbi né incertezze nell’applicare la normativa: qualcuno a suo tempo ha commesso un errore? Male! Non sarebbe dovuto succedere ma è successo; ma a me non interessa chi è stato né il perché della deficienza (del resto la responsabilità soggettiva in Italia è una chimera), quello che mi preme è che una volta acclarata la mancanza, qualcuno deve accollarsi l’onere di risolvere la questione.
Le chiacchiere e tutto il resto, lo lasciamo sugli scaffali di Apu, il gestore indiano del Jet Market di Springfield (dalla serie tv a cartoni “I Simpson”), almeno da quelle parti possiamo ancora farci una sana risata, da noi invece abbiamo finito anche le lacrime.