Una porzione del territorio appartenente al Comune di Angri sarebbe finita senza nessun accordo o atto ufficiale nella competenza territoriale di Sant’Egidio Monte Albino.
A sollevare il singolare caso è stato il legale Michele D’Antonio che, in seguito ad una minuziosa ricerca che lo ha portato a spulciare gli atti ufficiali dei due comuni confinanti, non ha trovato nessun provvedimento che attesti l’avvenuta cessione da parte dell’Ente comunale doriano.
L’avvocato angrese ha scritto una dettagliata missiva al sindaco Cosimo Ferraioli evidenziando l’anomalia. L’accertamento richiesto agli uffici tecnici di palazzo di città riguarda l’area territoriale di Orta Loreto.
“L’area in oggetto risulterebbe indebitamente acquisita al territorio del Comune di Sant’Egidio del Monte Albino in assenza di ogni valido titolo/provvedimento governativo o consiliare – si legge nella lettera inviata anche alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore e alla Corte dei Conti – detta ipotesi rammostra la gravità delle amministrazioni che hanno governato questa città disinteressandosi di detto territorio, laddove non è stato inserito nel PRG del 1986 né nei successi strumenti urbanistici né nell’ufficio del catasto, nel mentre per quanto è dato a sapere fino all’anno 2000 il copro dei VV.UU. Presenziava alla vigilanza del territorio, in particolar modo alla festa del 13 giugno di ogni anno”.
Da palazzo di città non è giunta alcuna comunicazione in merito alla diffida presentata dall’avvocato D’Antonio e pare che gli uffici di competenza non abbiamo ancora valutato la presenza o meno degli atti relativi alla cessione territoriale al vicino comune santegidiese.
“Nel 1979 l’allora sindaco Giovanni Alfano avrebbe intrapreso in tal senso un contenzioso con il Comune di Sant’Egidio del Monte Albino, incaricando il professore Giuffrè, il cui esito è ignoto”. Nell’istanza di diffida l’avvocato D’Antonio “rammostra la necessità e l’obbligo di indagare e verificare/accertare se quanto evidenziato e pertanto diffida ad esercitare ed avviare ogni procedimento amministrativo diretto all’esecuzione dei provvedimenti di ripristino della legalità territoriale”.
Difficile prevedere quali potrebbero essere gli sviluppi qualora la tesi avanzata dal legale angrese trovasse conferma anche dal punto di vista giuridico con forti ripercussioni che andrebbero a gravare anche sull’approvazione degli strumenti finanziari.
“All’ipotesi illuminata conseguirebbe un gravissimo danno erariale alle casse comunali, alle entrate tributarie e patrimoniali, che si riflette anche sull’intera cittadinanza e sulle attività imprenditoriali e per effetto sui bilanci succedutisi nel tempo manchevoli dei presupposti contabili di cui la Corte dei Conti vorrà tenere conto”.