In mostra un corpo di venti opere di formati differenti tutte tecniche miste realizzate su carta thailandese kozo martellata ed intelaiate su cui l’artista angrese segna, incolla e strappa carte e cartoni per costruire e raccontare, tra cielo e mare, luoghi e forme profughe attraverso l’inconfondibile segno a china del suo rigoroso bianco e nero.
Con questa mostra Ernesto Terlizzi chiude questo ciclo di opere dedicato ai profughi e il Mediterraneo iniziato proprio dieci anni fa con la personale di Milano “Apologia della superfice” a Spazio Tadini e poi ancora a Ferrara, Galleria del Carbone con la mostra“Derive” e infine quella di Roma a “StudioS” di Carmine Siniscalco.
Un dramma questo epocale, di grande attualità ormai incontenibile e molto complesso da affrontare, su cui l’autore dal 2013 pone continuamente il suo sguardo d’artista.
E oggi per questa mostra, lo fa innestando al centro di queste sue carte pregiate l’inconfondibile icona di un puttino alato della pittura pompeiana, come in una sorta di omaggio alla pittura di questo straordinario luogo di memoria e al Museo Napoletano che da tempo l’accoglie e la conserva.
Nel testo di presentazione alla mostra lo storico dell’Arte Marco di Capua scrive: “Ancora una volta Ernesto Terlizzi riesce a sintonizzare la propria mente e il proprio liberissimo gesto sulle onde di frequenza di temi attualmente cruciali accogliendo simultaneamente il richiamo di un luogo illustre, apparentemente immune a ogni turba- mento. Proprio in tal modo egli riesce a innestare e fondere i frammenti e le schegge di un presente drammatico in uno spazio/tempo remoto, immemoriale. Le sue bellissime classicheggianti carte in bianco e nero, nel loro incessante farsi e disfarsi di strutture aperte quasi che certe virtù tanto raccomandate da Italo Calvino, come la molteplicità, l’esattezza, la leggerezza stiano ancora dicendo la loro sembrano sempre generarsi da un invito al decollo verso un fly/zone dove scorrono e si addensano vortici di memorie lacerate, segni fantasmi d’immagini”.
La mostra sarà visitabile fino al 18 settembre dove in seguito sarà pubblicato anche il relativo catalogo che, oltre ai testi del Direttore del Museo MANN e del curatore conterrà anche diverse testimonianze di critici ed intellettuali sulle opere in mostra. Catalogo che sarà presentato in seguito sia a Napoli che a “Spazio Tadini” di Milano Partner di questa mostra.