Torna alla ribalta la vicenda legata al custode di Palazzo Doria con l’avvocato Michele D’Antonio che nelle scorse settimane aveva inviato una nota informativa alla Procura delle Repubblica di Nocera Inferiore nella quale evidenziava la presenza “non autorizzata” di una persona che riveste la funzione di custode del più importante monumento storico della città.
Il legale angrese ha avanzato richiesta con la quale chiede a che titolo e in virtù di quale contratto, avviso pubblico o concorso il “signor Antonio D’Ambrosio detto Rizzoli ricopra mansioni ed affidamenti che dovrebbero essere di ruolo vacante nella pianta organica dell’Ente convenzionato, nella qualità di custode o quant’altro relativo del Castello Municipale Palazzo Doria”.
Il cittadino da diversi mesi si occupa del servizio di apertura e chiusura dello storico edificio posizionato nel cuore della città doriana.
La risposta richiesta da D’Antonio al sindaco Cosimo Ferraioli a distanza di qualche settimana è arrivata. “Considerato che il cittadino D’Ambrosio Antonio, di che trattasi, risulta in possesso di requisiti di moralità e capacità attestati dal titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana dal presidente Giorgio Napolitano il 02/06/2012, nonché del titolo di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 02/06/2019, si rileva, dunque, la formale e sostanziale attuazione delle previsioni normative in materia, pur non avendo l’amministrazione normato attraverso un proprio regolamento, l’attività del singolo volontario. Provvedimento che, alla luce delle richieste e dell’assenza di una disciplina di tipo legislativo, è in fase di produzione per la successiva approvazione, al preciso scopo di disciplinare il ricorso a forme di cooperazione da parte di singoli volontari, per favorire la concreta applicabilità del principio di sussidiarietà orizzontale previsto dal citato Art. 118 della Costituzione”, si legge nella nota emessa dal sindaco Cosimo Ferraioli.
Una replica che, però, non è servita a fugare i dubbi circa l’affidamento del servizio di custodia ad un semplice cittadino viene supportata ed evidenziata dalla successiva missiva che l’avvocato Michele D’Antonio ha indirizzato al Sindaco del Comune di Angri e al Prefetto di Salerno, Francesco Russo, per mettere in rilievo le carenze di matrice amministrativa.
“Non si contesta di certo il valore del volontariato, individuale o collettivo, senz’altro, invece, quello dello spontaneismo, che sfocia nell’anarchia – evidenzia il legale angrese che aggiunge – quel che forse è ancora più grave è che non è stata prevista alcuna forma di assicurazione e del volontario e dei terzi con i quali questo viene a contatto. Appare chiaro che in assenza di una preventiva regolamentazione e della stipula di assicurazione l’attività svolta dal cittadino D’Ambrosio Antonio è illegale”.