L’immagine di un “Novi” gremito va oltre il semplice aspetto calcistico e oggi l’Angri è tornato ad essere un elemento di forte aggregazione popolare, forse, l’unico in una città alla deriva.
La comunità si stringe intorno alla sua squadra di calcio che rappresenta un’occasione di riscatto per un popolo, non solo quello del pallone, troppo spesso umiliato e sacrificato in nome di interessi che vanno in unica direzione.
La palla che rotola è espressione di una comunità insabbiata che cerca, ad ogni costo, di tirarsi fuori dal pantano identificandosi in quella casacca che per tanti ha rappresentato e continua a rappresentare un motivo di vanto e di orgoglio, per altri, pochi in realtà, continuerà ad essere un fastidio leggero e asfissiante a seconda degli umori di una piazza che, ne siamo certi, a tempo debito si farà trovare pronta a rialzare la testa e riprendersi quella dignità mascherata dall’attuale indifferenza.
“I cuori amano e le menti pensano” in codesto territorio, è stato e sempre sarà così, nonostante si cerchi di narcotizzare una collettività che in passato si è contraddistinta in tanti comparti. E con tante eccellenze.
Oggi è il calcio a trainare l’orgoglio di un popolo che vuole risvegliarsi e riappropriarsi dei fasti di un passato nemmeno troppo lontano ma ne siamo certi che questa città merità altro che l’attuale mediocrità! (foto: us angri 1927)