Le lunghe code registrate nell’area collocata alle spalle della sede municipale con gente in fila per ore per sottoporsi al tampone e i disservizi legati al centro vaccinale in zona Baden Powell hanno attirato l’attenzione della cittadinanza stanca di ore di attesa per servizi offerti dal Distretto Sanitario 61 dell’Asl.
Una condizione anomala che ha motivato anche i rappresentanti dell’amministrazione comunale e delle forze di minoranza a prendere posizione rispetto alle problematiche che investono la collettività angrese.
“Il nostro appello è indirizzato al Direttore Amministrativo dell’ASL Salerno, Pio Vecchione, affinché possa porre il giusto rimedio a queste scene raccapriccianti – precisano gli esponenti del gruppo “Progettiamo”.
Scene a cui si assiste quotidianamente anche presso il centro vaccinale individuato presso l’ex Liceo “La Mura” in Via Monte Taccaro, dove la disorganizzazione e le precarie condizioni igienico sanitarie sono ben aldilà della decenza, oltre agli evidenti problemi di privacy posto che l’accettazione avviene nella stessa sala di sorveglianza”.
La triade composta da Roberta D’Antonio, Domenico D’Auria e Vincenzo Ferrara ha fatto da portavoce dei tanti problemi sottolineati dalla popolazione.
“Sarebbe quindi più dignitoso e decoroso chiudere questi luoghi e dirottare altrove l’utenza cittadina anziché rischiare di peggiorare la situazione di emergenza sanitaria ma vista l’esigenza contingente del momento si può considerare l’utilizzo del parcheggio ubicato in località “Fondo Caiazzo” nel centro cittadino – sottolineano i consiglieri comunali. Vengano, inoltre, attrezzati i luoghi di lavoro per gli operatori e di accoglienza per i cittadini in modo dignitoso, esattamente come fatto presso altre USCA e altri centri vaccinali come Corbara e Scafati. Chiediamo, pertanto, un urgente intervento al Sindaco Cosimo Ferraioli, quale massima autorità sanitaria locale, e al Direttore responsabile dell’organizzazione senza dimenticare l’enorme sforzo profuso quotidianamente dagli operatori sanitari ai quali va la nostra riconoscenza per il lavoro svolto: una vera e propria missione, al di là dei propri doveri professionali”.