Il Partito Democratico doriano prova a consolidarsi con un nuovo direttivo che avrà il compito di portare avanti una rinnovata linea politica incentrata sulla necessità di garantire impulso al dibattito politico in città.
L’esperienza alle scorse amministrative ha segnato l’alleanza con l’ex sindaco Pasquale Mauri ma non ha sortito gli effetti sperati per il partito che non ha alcuna rappresentanza all’interno del civico consesso composto da consiglieri legati esclusivamente a gruppi civici.
L’obiettivo è quello di “lavorare ad una stagione di rilancio e improntando le scelte ad uno spirito unitario” attraverso l’azione politica che sarà coordinata da Gianluigi Esposito, segretario del circolo, e Daniele Selvino come presidente dell’assemblea degli iscritti, due figure radicate nel tessuto sociale e politico cittadino, che nei propri percorsi professionali testimoniano spiccate doti organizzative.
“Riteniamo importante lavorare in modo da stabilire un’alleanza tra la politica, gli operatori culturali, la cittadinanza attiva e l’associazionismo, per questo abbiamo ritenuto importante assumere l’impegno di rinnovare dal punto di vista delle competenze la classe dirigente, valorizzando le capacità e le specificità individuali allo scopo di attrezzare una squadra in grado di riscuotere fiducia per le future sfide che ci attendono”, si legge nella nota del direttivo.
La guida del Partito Democratico angrese è stata affidata a Gianluigi Esposito, primo dei non eletti nella compagine che l’anno scorso ha affiancato la candidatura di Mauri.
Un ritorno sulla scena politica per il presidente dell’associazione “Movida Angrese”, dopo i suoi trascorsi in consiglio comunale nel corso della gestione amministrativa e politica di Umberto Postiglione.
“Il PD inizierà un percorso di ascolto e di apertura alla città e a nuove idee e proposte – commenta il segretario Esposito – presto avremo una sede operativa per cominciare un ciclo di incontri propedeutici a portare linfa nuova al partito. Sarà un partito aperto a tutti dove il dibattito interno deve servire sempre ad unire e a trovare soluzioni. Mi è stato chiesto di ricoprire la carica di segretario dopo una lunga militanza un ruolo che non ho mai voluto ricoprire in passato e che nemmeno oggi pensavo di farlo ma è evidente che si è fatta questa scelta per sottolineare il valore della coerenza e dell’appartenenza in un’epoca in cui il populismo ha fatto percepire ai cittadini che la militanza fosse una colpa e non un valore. La scelta di affidare la presidenza all’avvocato Daniele Selvino è una prova di maturità del Pd che come dicevo si sta aprendo a nuove esperienze senza tradire la sua storia fatta di militanza e dialogo. Viaggeremo su una sola linea, quella dell’unità!”.