La strada di collegamento tra corso Vittorio Emanuele e la Statale 18 è da anni oggetto di attenzioni da parte dei cittadini che, in diverse occasioni, hanno rappresentato molteplici anomalie nella realizzazione dell’opera.
Inaugurato nel 2018 il tratto di strada è ancora privo di denominazione e lungo il percorso è presente il sottopasso ferroviario finito nella rete delle critiche dei cittadini sia per gli allagamenti che per la bizzarra attivazione degli allarmi anche in caso di qualche lieve temporale.
La chiusura del passaggio a livello di corso Vittorio Emanuele è vincolata anche alla costruzione di un sottopasso pedonale che avrebbe dovuto concedere ai residenti dello storico corso della stazione il collegamento tra i due fronti.
Opera che resta ancora in stand-by nonostante le rassicurazione di Rete Ferroviaria Italiana e dell’amministrazione comunale.
“Sono trascorsi tre anni dalla inaugurazione di quella che ho sempre definito una “strada poco regolare” – sottolinea il residente Gerardo Fontanella – e nonostante i fiumi di inchiostro versati in ogni sede, le parole dette sia al vento che ai (ir)responsabili di enti vari, tale si è rilevata. Si è passati da una “non conformità del tracciato stradale” (che è risultato inequivocabilmente essere, appunto,non conforme) a tanti regolamenti, leggi e codici (tra cui quello della strada) che sono stati puntualmente disattesi . Si è passato da un illecito all’altro, senza alcuna vergogna istituzionale”.
Sulla questione strada Fontanella ha incalzato più volte società ed enti pubblici interessati per segnalare anomalie e disservizi che in alcuni casi mettono a repentaglio la sicurezza dei cittadini.
“Si inizia da un dato inconfutabile, cioè il non rispetto degli impegni e delle autorizzazioni avute in fase di scrittura dell’Accordo di programma che fu sancito nella convenzione (8/2010) – dichiara Fontanella – l‘autorità di bacino aveva dato il suo parere parziale e subordinati all’attraversamento in parola del canale San Tommaso, all’eliminazione, realizzazione e messa in funzione della fognatura di Angri. Ma si era anche espresso sull’attraversamento del canale con altra e separata progettazione ad oggi non so se questo sia mai successo. Non si capisce perché si sia voluto fare nel non rispetto delle leggi, dei regolamenti e soprattutto dei pareri in fase di accordo non rispettato, la bussola di quasi tutti gli interventi all’interno di questa Via Crucis che non trova fine – spiega Gerardo Fontanella – potrei dire che la dismissione del primo tratto del Canale S. Tommaso è di certo illegale e illegittima, come si evince facilmente dalla documentazione in possesso di tutti coloro che hanno voglia di leggerla, me compreso :(pagina 5 accordo di programma).Posso dire che a iosa ci sono state denunce fatte sia dal Consorzio di Bonifica e sia di ARCADIS tra il 2016 e il 2017. Nello stesso ambito si potrebbe dire che il progettista abbia candidamente ammesso che per lui il canale soppresso ABUSIVAMENTE era un canale superficiale e già questo la dice lunga sul progetto. Tutto ciò mentre non si provvedeva nemmeno a vedere e a sapere dove stesse e come si stava progettando questa Opera (Immonda)”.