La mancanza di interventi di riqualificazione rischiano di far crollare la certosa di San Giacomo collocata nella zona di confine tra i comuni di Angri e Sant’Antonio Abate. La struttura è stata al centro delle attenzioni dell’amministrazione comunale che nello scorso anno ha adottato un provvedimento finalizzato ad esortare i proprietari ad intervenire per mettere in sicurezza l’immobile per la pubblica e privata incolumità.
La Certosa di San Giacomo è in parte pubblica ed in parte privata, considerato che negli anni dopo il terremoto del 1980 è stato acquisito al patrimonio del Comune che ha inserito il complesso nel piano di alienazione dei beni risultando, tra l’altro, dal 1988 un bene vincolato.
L’amministrazione in uno degli ultimi atti riservati alla Certosa di San Giacomo “ha manifestato la volontà di mettere a disposizione della cittadinanza il bene storico attribuendogli una funzione di interesse pubblico”.
La Certosa è in una condizione di fatiscenza che mette a rischio anche l’incolumità dei cittadini considerato che nella parte posteriore c’è una strada che viene attraversata ogni giorno da diverse persone. L’antica struttura negli anni è stata colpita dalle guerre e dal terremoto del 1980, oltre ad essere vittima di vandali e ladri che hanno smontato e portato via una scala di piperno che si trovava all’esterno.
Il degrado e l’azione di teppisti stanno rovinando un bene finito anche sotto la lente del Fondo Ambiente Italiano che si occupa della tutela, della salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio artistico e naturale. Le soluzioni per lo storico edificio non sembra essere semplice e se da un lato si valuta l’abbattimento totale dall’altro c’è l’obiettivo di trovare dei potenziali finanziatori in grado di riqualificare l’intera area.
La demolizione rappresenterebbe una sconfitta per la storia e per la classe dirigente cittadina che negli anni ha fatto leva sul recupero della Certosa di San Giacomo senza mettere in campo soluzioni necessarie per riportarla allo splendore di un tempo.
Un’opera quella della Certosa che non va assolutamente dimenticata, ma restaurata e restituita alla storia della città, perché se Angri si fregia del titolo di città d’Arte ha il diritto e dovere di farsi sentire a qualsiasi livello per preservare la sua storia e le sue opere e la certosa in particolare per la sua Chiesa con i suoi pregiati affreschi o il suo cortile con i suoi eleganti stucchi, per le sue sale arricchite da fregi architettonici, per il suo portale di ingresso senza comunque sminuire tutti gli altri ambienti pure ricchi di storia.
A rendere ulteriormente instabile l’immobile è anche l’assenza del tetto che consente all’acqua piovana di scavare solchi nella storica struttura.