La rabbia è un’emozione naturale che ha il compitodi difenderci e proteggercida eventuali pericoli: ne abbiamo bisogno. Come dico sempre ai bambini, ci fa da scudo nei momenti in cui ci sentiamo attaccati. Il problema quindi non è la rabbia in sé, ma il modo in cui essa viene espressa. Si tratta di una forza intensa che ci segnala di un’ingiustizia, qualcosa che sta invadendo il nostro spazio vitale e psicologico (o quello dei nostri cari) e ci prepara ad un attacco o una fuga.
L’obiettivo quindi non è sopprimerla, congelarla o scaricarla sul primo che passa (di solito, purtroppo, il nostro partner, i nostri genitori o, talvolta i nostri figli) ma imparare a riconoscerla, accoglierla, gestirla e utilizzarla in modo costruttivo. Adottare queste strategie ci permette di farne un buon uso.
Davanti a un’esperienza di rabbia possiamo reagire in tanti modi diversi: alcune persone sono più propense, a tenere tutto dentro, altre cercano di non pensarci evitando l’oggetto della rabbia, altre la sfogano con parole o comportamenti, altre ancora continuano a pensare a quello che ha causato la rabbia, mantenendo contemporaneamente attiva l’emozione.
Se da una parte è stato più volte mostrato come rimuginare in modo rabbioso e tenere il muso sia controproducente sia nella relazione che per la regolazione emotiva, siamo certi che sfogare la rabbia sia di aiuto?
Gli studi degli ultimi 10 anni ci riportano che non fare nulla si è mostrato più utile che sfogarsi fisicamente per diminuire i livelli di rabbia.
Rimuginare in modo rabbioso, aumenta la sofferenza del soggetto, lasciar andare i pensieri rabbiosi e non agire, fa si che l’intensità emotiva possa diminuire e ne beneficiano le nostre relazioni con gli altri. Ad oggi esistono metodologie come la Mindfulness che aiutano il soggetto ad imparare a lasciare andare i pensieri disturbanti assumendo un giusto e funzionale distacco.
E’importante in ogni caso ricordare che l’espressione violenta verbale o fisica della rabbia logora noi e chi ci è vicino, può portare all’allontanamento delle persone vicine e ad alimentare in noi il senso di solitudine e di inadeguatezza. Dunque quando ci rendiamo conto che sta salendo pericolosamente, fermiamoci, capiamone le cause e cerchiamo di reagire allo stimolo in modo alternativo e più funzionale. Dott.ssa Maria Conza