Gli avvenimenti degli ultimi mesi hanno determinato l’apertura di una nuova stagione politica. Una vera riorganizzazione ed una nuova stagione riformatrice non possono, però, che partire dai territori. In questi ultimi anni, troppo spesso si è declinato il cambiamento sotto forma di trasformismo.
Ad Angri, forse in misura ancora maggiore che altrove, viviamo un forte disorientamento: assenza di progettualità, disastri amministrativi, frammentazione politica. La critica deve partire innanzitutto da noi stessi: le forze organizzate del centrosinistra e il PD, in primis, vivono una situazione di sbandamento, causata dalla poca convinzione che ha accompagnato le ultime scelte elettorali. Eppure abbiamo il dovere di indossare le vesti di ascoltatori e di portavoce di tutto quel malcontento che cresce quotidianamente e di tutto quell’elettorato che ha voglia di trovare o di riscoprire i propri punti di riferimento.
C’è un’intera generazione di democratici chiamata a comporre la frattura tra la politica locale e il sentimento generale di risveglio delle coscienze. La prima cosa da fare è quella di dare la parola a coloro che vogliono essere protagonisti di questa nuova fase.
Costruire un partito solido, darsi regole chiare e parlare un linguaggio semplice sono gli antidoti migliori contro il trasformismo, ma anche contro l’avventurismo di quelli che entrano ed escono dai partiti in occasione degli appuntamenti elettorali e secondo la propria convenienza. Sono incomprensibili le “iniezioni”, attraverso scelte calate dall’alto, volte a minare l’autonomia della proposta politica del territorio.
Il Partito Democratico di Angri, attraverso il voto del Consigliere comunale locale, non farà mancare l’appoggio a chi rappresenta una storia democratica e di sinistra all’interno della compagine provinciale, fermo restando che contesta ora e per sempre metodi di scelta che non vedano coinvolta la base. Giancarlo Palmiro D’Ambrosio