Non intendo fare populismo. Non è qualcosa che mi appartiene.
Tuttavia, la situazione economica che stiamo vivendo come Paese e nel nostro piccolo come Comune, impone ad ogni amministratore di riflettere e se occorre intervenire.
La disoccupazione preoccupa ancora, nonostante gli incentivi, gli interventi in merito, gli investimenti delle grandi aziende.
Le risorse richieste sono ancora inferiori alle possibilità.
Le difficoltà dell’Italia e anche dell’Europa inevitabilmente si ripercuotono sui Comuni, messi sotto stress dalla necessità da un lato di far quadrare i conti e dall’altro di rispondere alle esigenze della cittadinanza.
Nel nostro Comune negli anni si è avvertita sempre di più la crisi del settore agroalimentare, commerciale, industriale ed artigianale che ha messo in ginocchio interi settori economici e decine di piccole e medie imprese.
La principale conseguenza di tutto questo, è la mancanza occupazionale che impoverisce, in misura sempre maggiore le famiglie della nostra città rendendole deboli.
Siamo in dovere di dare un segnale. Nonostante, questa amministrazione sia quotidianamente impegnata a rispondere alle numerose richieste di aiuto che giungono, l’Ente Comune non ha sufficienti risorse per soddisfare le esigenze economiche, lavorative ed abitative di tutti i richiedenti.
Tuttavia, credo che il segnale di vicinanza a chi chiede aiuto, debba essere forte.
E a tal proposito,nell’ultima seduta del consiglio comunale ho colto insieme agli altri colleghi consiglieri, la lodevole proposta della consigliera Maria D’Aniello relativamente alla possibilità di costituire un fondo di solidarietà, per le fasce deboli, nel bilancio di previsione del Comune per gli anni 2016 – 2018.
Ma, si può fare anche di più.
E’ per questo motivo che propongo ai consiglieri tutti, di destinare,a partire dal 2017, le somme a loro dovute per il pagamento dei gettoni di presenza per la partecipazione alle sedute di alcune commissioni consiliari, alla costituzione o all’incrementodel fondo di solidarietà per le fasce deboli nel nostro Comune.
L’identificazione di queste, nel rispetto delle necessità verrà affidata agli strumenti di verifica fiscale che la legge ci mette a disposizione.
Non si tratta di dare risposte definitive. Non illudiamoci. La condizione è per certi aspetti disastrosa e giungere ad una risposta definitiva è complicato. Ma, questo non può fermarci. Le famiglie in difficoltà hanno bisogno di un segnale concreto, minimo ma, reale di vicinanza e di condivisione, per quanto possibile, del disagio.
Spero che la mia proposta trovi la maggiore adesione possibile tra tutti i consiglieri comunali, superando ogni dissidio politico, ogni opposizione perché nulla di tutto questo ha a che fare con il sollievo dei nostri concittadini.
Il consigliere comunale
Rita Amarante