Perdite d’acqua, bollette pazze e un servizio clienti dell’attesa estenuante sono alla base della protesta dei cittadini nei confronti della Gori. I disservizi registrati negli ultimi giorni e le bollette dagli importi elevati stanno diffondendo il malcontento tra gli utenti.
Il commercialista e membro del gruppo politico Un’Altra Angri ha invece evidenziato l’importanza del referendum del giugno 2011 dove si affermarono le ragioni della gestione pubblica dell’acqua col 95% dei consensi.
All’inizio del 2016 la GORI fu sanzionata dall’Antitrust con 500 mila euro di multa per l’accertamento e la fatturazione dei consumi in cui furono accertate la mancata effettuazione delle letture periodiche dei contatori; mancata acquisizione delle autoletture comunicate dagli utenti, con conseguente fatturazione sulla base di stime che a volte si sono rivelate errate o eccessivamente elevate ovvero con l’invio di fatture di conguaglio pluriennali di elevata entità; mancato rispetto della periodicità di fatturazione, con invio di bollette relative a consumi pluriennali di elevato importo; procedure che ponevano a carico dei consumatori gran parte del pagamento dell’acqua non consumata effettivamente, a causa di perdite idriche. Anche l’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Cosimo Ferraioli sta mettendo in atto un’iniziativa che punta all’acqua come bene pubblico, con l’uscita dalla Gori e la richiesta alla Cassazione di rivedere l’accordo Ato-Gori.
Nell’immediato vi è la richiesta alla società privata che gestisce l’acqua di rivedere i conguagli delle bollette inviate ai cittadini. Inoltre come ricordano Scoppa e Ferraioli, che nel giugno 2011 fu istituito un referendum dove si affermarono le ragioni della gestione pubblica dell’acqua col 95% dei consensi.