Pochi simboli di partito e tante, tantissime liste civiche. Potrebbe essere sintetizzato così lo scenario che si sta delineando a due mesi dall'appuntamento con le urne. Come ormai capita in maniera sempre più frequente anche questa volta i loghi della politica nazionale cederanno il passo a formazioni legate al territorio. Una scelta precisa da parte dei candidati alla fascia tricolore, sebbene la concomitanza con le regionali potrebbe indurre a compiere scelte diverse.
Per ora, quindi, in dubbio la presenza di formazioni comunque attive in città e con rappresentanza consiliare Udc, Forza Italia, Pd e Fdi: un numero esiguo rispetto al totale di quelle che saranno messe in campo. A pesare sulle scelte le future alleanze.
Al momento si contano già più di dieci civiche ma il numero è destinato a salire con l'approssimarsi del voto. Il sindaco uscente Pasquale Mauri ne ha già battezzate quattro ma altre se ne dovrebbero aggiungere. Tra queste la storica Angri Città Nuova, che ha tra gli animatori il consigliere Luigi Mascolo e l'assessore Giacomo Sorrentino, alla sua sesta competizione: nel 1995 fece il suo debutto.
Poi Pasquale Mauri sindaco dei consiglieri Vincenzo Grimaldi, Mimmo D'Auria e dell'assessore Annamaria Russo. Ancora Condividere il futuro ideata da Pierino Grimaldi e Un cuore per Angri del consigliere Peppe Galasso, Roberto Giordano e Mimmo Brasile.
Il candidato Giuseppe D'Ambrosio nel suo slogan "il mio impegno civico per Angri" ha addirittura ribadito il concetto. Per il momento è supportato dalle liste Città Futura, Alleanza per la Città, La Nuova Angri, Nuovi Orizzonti e Insieme miglioriamo la nostra città.
Discorso analogo per Cosimo Ferraioli che per ora ha all'attivo tre liste. Tra queste Cosimo Ferraioli sindaco, Grande Angri ispirata dal presidente del consiglio comunale Arturo Sorrentino e da suo zio Massimo Sorrentino e Angri Insieme. Alfredo Pauciuolo dovrebbe correre con la lista Società Aperta. Rottamati, pertanto, i simboli che rimandano ai palazzi romani con l'obiettivo di valorizzare le risorse e le esigenze territoriali. In primo piano, quindi, la dimensione locale nel tentativo di rispondere in maniera più concreta ai problemi della collettività. Pippo Della Corte