I genitori si sa sono persone speciali e speciale è la relazione con loro. Ci sono sempre stati, sono le prime persone, il primo affetto, che abbiamo incontrato. E', quella con loro, la nostra più antica relazione. Anche se non rientra nel normale ordine delle cose che i genitori muoiano prima di noi, quando li perdiamo da adulti – che sia all'improvviso o dopo una lunga malattia – rimaniamo spesso sorpresi dallo spessore del nostro turbamento, dal senso di sradicamento e sospensione, dalla profondità e complessità delle emozioni che ci attraversano davanti a questa perdita.
Da alcuni mesi (anni) era iniziata così la sua dura battaglia il “PUPARO” così soprannominato dalla cerchia dei giovani del Bar Luisa, in cui lo si trovava, pronto ad organizzarsi a belle tavolate. Una risalita non solo per lui ma anche per i figli Vincenzo e Marino insieme alle nuore Katia ed Enza, pronte ad affrontare la una nuova parentesi di vita, fatta di cure e terapie. Ma per Zio Antonio D’Amaro, ieri sera, il suo ultimo respiro a voluto cessare per sempre, se ne è andato con le lacrime che gli scivolavano dai suoi occhi grandi.
Con la morte dei genitori perdiamo parte della nostra storia, parte di noi stessi e delle nostre radici, perdiamo, spesso, un confidente, un amico, un consigliere, un legame affettivo imprescindibile, al di là delle difficoltà che la vita ci riserva. E' dunque facile – dopo la morte di un genitore – sentirsi “persi”: all'improvviso, ci si puo' sentire come un bambino abbandonato, anche se siamo invece degli adulti, spesso con un lavoro, una propria famiglia e una vita propria. Buon viaggio Leone, ora potrai finalmente riabbracciato tua moglie. JEANFRANCK PARLATI