Speriamo che il 2014 si caratterizzi per un confronto civile e dai toni pacati. E’ il mio auspicio, non solo da Consigliere Comunale, ma anche e soprattutto da cittadino comune. Faccio questa riflessione essendomi imbattuto nella lettura di un duro comunicato redatto da due persone che reputo essere colte ed intelligenti: I Consiglieri Ing. Cosimo Ferraioli e Dottoressa Lina Recussi. Probabilmente in virtù del clima esasperato che si è raggiunto, giustamente rispondono con altrettanta esasperazione.
Ma ciò mi auguro che non si verifichi più da nessun lato. Spiego perché come Consigliere Comunale ho consigliato personalmente l’opzione per il vecchio regime TARSU. Il ruolo TARES si costruisce considerando le seguenti variabili: Quantità di rifiuti prodotti da utenze domestiche e non Numero di abitanti nucleo familiare Superficie media degli immobili Categorie di utenze (famiglie, industrie, artigiani…)
Costi fissi e variabili sostenuti dal gestore Coefficienti di attribuzione rifiuti utenze domestiche e non. Altro (vedi Dlgs 152/2006). Partendo dall’assunto, comunicato dall’Azienda Speciale, secondo cui il 90% del totale rifiuti solidi urbani è prodotto dalle famiglie e il restante 10% dalle utenze non domestiche; rapportando la produzione al numero dei componenti i nuclei familiari ed ai metri quadrati medi, le famiglie e dunque le utenze domestiche, su un ruolo complessivo di € 5.812.000,00 il gettito proveniente dalle utenze domestiche, avrebbe dovuto coprire la percentuale maggiore ovvero € 5.230.800,00.
Tale meccanismo chiaramente, avrebbe portato ad una tariffa elevatissima per le famiglie (soprattutto per le famiglie con nuclei famigliari numerosi) e molto bassa per le utenze non domestiche (tutte tranne gli esercenti ristorazione).
Statisticamente, un nucleo familiare con più componenti è più disagiato economicamente dovrebbe pagare, in virtù del ragionamento di cui sopra, la tariffa più elevata (principio del chi più produce rifiuti, più paga).
Si è preferito basare la tassazione sulla vecchia logica della TARSU per evitare di vessare le famiglie e cercando comunque di ridurre (anche se minimamente 5% per precisione) le tariffe non domestiche, basandosi sul criterio comunitario secondo cui “chi inquina paga”. Questo è il semplice ragionamento fatto a tutela delle famiglie, basato sui conteggi disponibili agli atti della Commissione Bilancio che mi onoro di presiedere e di cui l’Ing. Cosimo Ferraioli risulta essere componente. Alfonso Scoppa