La diffida firmata dal Prefetto di Salerno per la mancata approvazione del bilancio di previsione ha innalzato il livello di allerta del sindaco Mauri che consapevole di non avere i numeri in consiglio comunale ha provato a rinviare l’appuntamento con l’approvazione dello strumento finanziario.
A rovinare la strategia d’attesa prolungata del primo cittadina è stato il provvedimento emesso dall’organo territoriale di governo che obbliga il civico consesso ad approvare il rendiconto entro venti giorni.
Un tempo relativamente lungo ma troppo breve per la compagine di Mauri che si ritrova a dover effettuare un altro giro di consultazioni, più o meno ufficiali, per cercare di reperire, ad ogni costo, la stampella necessaria per tenere in vita un’amministrazione che si sta rivelando sempre più abile a narrare e promettere ma meno a concretizzare.
Il sindaco teme la decadenza e per restare attaccato alla propria poltrona non ha esitato ad inviare a ciascun consigliere di opposizione una lettera che si commenta da sola e manifesta la netta difficoltà di un’amministrazione uscita dall’urna con una maggioranza schiacciante di quindici consiglieri ridotti a dieci a distanza di tre anni.
Il primo cittadino, artefice delle defenestrazione dei sindaci La Mura e Mazzola, si ritrova ora a chiedere fervidamente ai membri della minoranza un estremo soccorso. Un atto di umiltà o una manifesta ammissione di inadeguatezza amministrativa e politica? Il borioso primo cittadino avrà analizzato astutamente ogni passaggio cercando di creare all’interno dei gruppi di opposizione quella consueta divisione di cui è capace, ora spetterà ai singoli consiglieri esprimersi, accettando o meno il corteggiamento prolungato di un sindaco passato alla storia per le vicende giudiziarie e i proclami fumosi piuttosto che per le opere realizzate.
Di seguito riportiamo la lettera inviata da Mauri ai consiglieri di opposizione:
“Egregio consigliere – esordisce Mauri – nella premessa al mio intervento nel consiglio comunale del 17 ottobre scorso, rivolgevo alcune considerazioni all’intera assise cittadina sull’opportunità di raffreddare la vivacità del dibattito politico nella nostra città. In quell’occasione palesavo la necessità di un confronto tra le forze rappresentative del corpo elettorale sulla base di programmi ed indirizzi per il futuro della nostra comunità. Osservavano inoltre che, nella pratica, capita spesso che i singoli consiglieri non condividano le soluzioni proposte dal partito di provenienza o da chi ha la responsabilità del governo della città, determinando il formarsi di maggioranze variabili su specifici provvedimenti. E’ per questo motivo che la nostra Costituzione attribuisce ampi margini di autonomia agli eletti, escludendo qualsiasi forma di vincolo di mandato, e garantendo in tal modo che l’interesse generale prevalga sempre rispetto agli interessi di parte”.
A ciascun lettore lasciamo le debite considerazioni… Luigi D’Antuono