Anniversario nascita di Don Enrico Smaldone, le iniziative del Comitato in memoria del fondatore della Città dei Ragazzi* *Venerdi 22 novembre dalle ore 17. Un faretto a batteria solare per illuminare la lapide e momenti di preghiera*
Don Enrico Smaldone nacque il 22 novembre del 1914 ad Angri, zona Ardinghi, in una famiglia numerosissima, era il quinto di 10 figli (quattro femmine e sei maschi) di Marino Smaldone e Rosalia Scarpato. Suo padre era falegname.
Ed è proprio dal suo rione e dalla sua casa natale che il Comitato ha inteso organizzare l’iniziativa dell’installazione di un faretto a batteria solare che illuminerà la lapide che ricorda il luogo della nascita, previsto un momento di preghiera, nella piazza, presso la statua del servo di Dio, e l’invito a partecipare alla celebrazione eucaristica prevista nella chiesa dell’Annunziata, cui segue un concerto a cura dell’associazione Euterpe.
“Sono occasioni importanti per ricordare l’eccezionale esempio di vita di Don Enrico – ricorda Agostino Ingenito, coordinatore del Comitato – Dal 1949 avviò un progetto ambizioso ed impensabile a realizzarsi, subito dopo la guerra, ma con la sua tenacia e l’afflato collettivo della comunità, e con l’aiuto della Provvidenza, riuscì a costruire quella Città dei Ragazzi che fino al 1967, anno della sua prematura morte, accolse centinaia di orfani e fornì opportunità formative a tantissimi adolescenti del territorio che sperimentarono un innovativo modello di crescita umana, di formazione al lavoro e di cittadinanza attiva.
L’educatore Don Enrico, al pari del santo concittadino Alfonso Fusco, di Don Bosco e Don Milani, seppe interpretare le esigenze sociali del suo periodo e costruire percorsi che sono attualissimi anche in questo periodo in cui emergono gravosi disagi per generazioni di adolescenti”.
Il Comitato svolge da anni una funzione di promozione e valorizzazione di Don Enrico anche con un concorso letterario, rivolto alle scuole e giunto alla quinta edizione. E unitamente alla comunità angrese si unisce alla preghiera perchè possa continuare e concludersi presto il processo canonico, avviato dalla diocesi, perché possa essere annoverato tra i beati e santi della Chiesa.