Il triangolo delle Bermude o anche detto “delle Bermuda” è una zona dell’Oceano Atlantico settentrionale che ha la forma immaginaria di un triangolo. In relazione a questa vasta zona di mare, a partire dagli anni cinquanta la cultura di massa ha fatto sì che nascesse la convinzione che si fossero verificati dal 1800 in poi numerosi episodi misteriosi di sparizioni di navi e aeroplani, motivo per cui alcuni autori hanno soprannominato la zona “Triangolo maledetto” o “Triangolo del Diavolo” (fonte Wikipedia).
Io tengo molto a Wikipedia, trovo che sia un posto di libertà e di condivisione unico ed irrinunciabile, ma stavolta sono persuaso che contenga delle imperfezioni o inesattezze. Leggendo l’articolo infatti, il noto servizio di divulgazione enciclopedica, posiziona tale zona (il famigerato triangolo delle Bermude) compresa tra il punto più settentrionale dell’isola principale dell’arcipelago delle Bermude, il punto più orientale dell’isola di Porto Rico ed il punto più a sud della penisola della Florida.
Sarà stato vero fino a qualche anno fa, ma oggi bisognerebbe aggiornarne le coordinate geografiche, prendendo seriamente in considerazione la possibilità di “riposizionare” l’area in corrispondenza della nostra ridente cittadina.
È chiaro ed evidente a tutti che in particolari orari della giornata, alcune zone di Angri, all’apparenza normali e vivibili, diventano luoghi d’incubo ed “incubatori” di stizzosa rabbia, maleducazione ed inciviltà. Mi riferisco ai tre maggiori plessi scolastici che, se fossero uniti da una linea immaginaria, apparirebbero come una copia, in piccolo, del più famoso triangolo della terra. Ma, e sottolineo ma, il “nostro triangolo” non ha nulla da invidiare a quello posizionato nell’oceano di fronte all’America centrale.
La “figura piana a tre lati” che ha catturato la mia attenzione, ha un vertice occupato dall’istituto che si trova in via Dante Alighieri, un altro vertice ricade sul plesso scolastico di via Adriana ed il terzo vertice lo si può notare sulla scuola di via Leonardo da Vinci.
Ovviamente ci sono altre zone cosiddette “satelliti” del triangolo principale (vedasi località Taverna su via Nazionale ed il liceo in via del Taccaro), ma quello che succede dentro quelle linee immaginarie intorno alle otto del mattino, orario di accesso ed alle tredici, orario di uscita, ha molto più del soprannaturale.
Circolano voci di genitori scomparsi nel traffico e ritrovati dopo settimane, mesi, e solo grazie a “Chi l’ha visto”; alunni che, sbagliando pulmino, hanno girato il paese per giorni interi senza che nessuno ne reclamasse la potestà genitoriale; altri ignari ed incolpevoli hanno dato la mano al genitore di qualcun altro e si sono ritrovati a mangiare pietanze che mai avrebbero accettato neanche di annusare in casa loro.
Che dire poi degli incolpevoli insegnanti che per aver subito l’influenza nefasta del “triangolo maledetto”, hanno raggiunto l’istituto sbagliato ritrovandosi a girovagare per ore tra le classi cercando volti noti, di alunni o personale ATA, senza per questo uscire dal labirinto di corridoi, scale e sottoscale.
Io per esperienza cerco di evitare quei posti in quegli orari e sinceramente cerco di non passarci neanche in altri orari, se non strettamente necessario, ho sempre il timore di notare chi si è perso e che con il volto emaciato e rassegnato, possa apostrofarmi con una richiesta di aiuto; temo di ritrovarmi a rispondere “non seguitemi, mi sono perso anche io” in questa città che non riconosco più, che non è più mia, che mai mi sarei aspettato diventasse ciò che invece inesorabilmente è.