Angri è sporca ed è brutta a vedersi. Non mi importa di chi sia la colpa, non mi interessa di sapere se siamo degli zozzoni irrispettosi noi cittadini oppure sono gli operatori che non fanno per bene il loro mestiere. La questione è che la città è sporca: sono sporche le strade, le piazze, le aiuole dei giardini; è sporca l’aria, i muri delle case, i cortili e gli androni dei palazzi. I negozi sembrano ammuffiti, gli spazi all’esterno delle scuole languono nella spazzatura, le aree comuni sono abbandonate: i pochi parchi giochi per bambini ed i campetti di calcio, hanno sicuramente vissuto tempi migliori.
I “maldestri” tentativi di responsabilizzare la cittadinanza hanno fruttato ben poco, anzi proprio niente: chi se ne fregava prima, continua imperterrito il suo modo di fare. Praticamente ad ogni angolo di strada ci sono discariche, nei pressi di ogni contenitore per la raccolta del vetro si trova di tutto (compresi ratti e randagi), davanti ai palazzi, condomini e non, lasciano senza ritegno, rifiuti di ogni genere senza minimamente prendere in considerazione il calendario di conferimento. La strafottenza regna sovrana.
I pochi che pagano regolarmente le cartelle esattoriali tarsu, devono pagare anche per la “delinquenza” altrui. Non è mai successo che un responsabile di settore, un consigliere comunale, un assessore, un sindaco, si sia preoccupato di stanare gli evasori e gli elusori di questa tassa giusta ma iniqua; ed è una logica conseguenza di questo atteggiamento che nessuno si impegna a rispettare il territorio. Chi se ne frega!
Eppure ognuno di noi scommetto che in casa sua si comporta in maniera diversa: le massaie spolverano, rigovernano, lavano i pavimenti, stendono e stirano panni tutti i giorni; i mariti si fanno la doccia quando tornano dal lavoro e si dedicano all’igiene personale quotidianamente, “conferendo” correttamente i panni sporchi nel cesto designato; i figli si improfumano ed imbellettano prima di uscire con i propri amici e pretendono di indossare capi puliti e stirati, sempre. Ma allora perché non facciamo lo stesso lungo le strade e nelle piazze della nostra città? Possibile che non ci rendiamo conto che a vivere in un ambiente sporco e trascurato, tendiamo ad essere sporchi e trascurati anche noi?
Se considerassimo Angri veramente casa nostra, dovremmo assumerci il compito di renderla più bella e vivibile; ma come succede in tutte le famiglie dove i genitori si impegnano, oltre che a crescere i figli, anche ad insegnare loro l’educazione, lo stesso dovrebbe accadere con gli amministratori nei riguardi dei cittadini.
Ma no, qui da noi ci si occupa di tutt’altro: beghe ed invidie la fanno da padrona, a nessuno veramente interessa il bene della nostra città, basta l’effimera visibilità di un momento e non serve altro.
Angri è sporca, anche la sua classe dirigente lo è, e non basta la doccia quotidiana o lo spazzolamento dei denti tre volte al giorno: il cattivo odore del malgoverno aleggia sempre sulla città, e non sembra ci sia in prospettiva un po’ di vento nuovo che possa ripulire l’aria intorno a noi.