Tra le innumerevoli “cose” che non sono, c’è che non sono un giocatore di scacchi. Invero ne conosco alcune regole, so come si gioca e ci gioco anche qualche volta, ma da qui a considerarmi un giocatore, ce ne corre. Come in tutti gli intrattenimenti da tavolo, questo gioco si avvale di oggetti, in questo caso i pezzi della scacchiera, che vengono spostati sul “campo di gioco”, la scacchiera stessa, per raggiungere l’obiettivo finale di “dare scacco matto” e quindi battere l’avversario di turno.
Chi ha un minimo di esperienza in questo passatempo, sa bene che ci sono pezzi più importanti di altri e che ogni pezzo segue delle norme che ne regolano il movimento sulla scacchiera. Ovviamente la figura predominante è il “re” che va assolutamente protetto e tutelato pena la sconfitta, la più potente è sicuramente la “regina” che si può muovere liberamente ed a seguire tutti gli altri pezzi che, se saggiamente utilizzati, contribuiscono alla vittoria finale.
Ma il più curioso dei protagonisti della scacchiera è sicuramente il “cavallo”, perché pur avendo un raggio d’azione limitato (due caselle in verticale ed una in orizzontale o viceversa) è l’unico pezzo che nel suo movimento può letteralmente “scavalcare” i pezzi (amici o nemici) che incontra nei suoi spostamenti, può sembrare una cosa da nulla, ma nel gioco degli scacchi spesse volte il cavallo, grazie a questa sua caratteristica, risulta determinante al raggiungimento della vittoria.
Anche nel “gioco della vita” ci sono “pezzi”, persone, che occupando posti di responsabilità, risultano avere un peso specifico diverso sulla scacchiera dove anche noi “giochiamo” quotidianamente.
Tra questi ci sono i “cavalli”. Ronzini o di razza, stalloni o semplici cavalli da tiro, la peculiarità che li caratterizza è ovviamente la capacità di “scavalcare” chi gli sta intorno e la cui sola presenza potrebbe impedirne il movimento.
Succede così che malgrado parte della cittadinanza sia indignata per certi comportamenti, l’assessore di turno chiamato in causa o il primo cittadino stesso, sfruttando una leggera rincorsa, scavalca l’ostacolo proprio come il cavallo degli scacchi.
E succede con l’ormai atavica vicenda delle strisce blu legate a filo doppio alla riqualificazione di Corso Italia; capita con la “querelle” del Dimensionamento Scolastico; avviene con l’aggiornamento della segnaletica stradale; ed ancora con la “purulenta piaga” dell’evasione/elusione dei tributi locali.
Chiunque sottoponga una o più di queste questioni viene semplicemente scavalcato come farebbe un destriero montato da un’amazzone o un cavaliere, che si tratti di una “gabbia”, di una “riviera”, di un “muro” o di un “fosso”, tutto si riduce ad un “concorso ad ostacoli” dove vince chi ne salta di più, velocemente e senza penalità.
Poco importa se questa “indifferenza” da parte degli amministratori verso i propri amministrati, provoca disagi o serie difficoltà, tanto si sa che gli educati, gli onesti, le persone corrette, rispetteranno sempre le regole e nulla importa se i pochi scorretti continueranno a fare la differenza.