E’ un soggetto gravemente allergico in cui sussiste l’elevato rischio di shock anafilattico qualora venga a contatto con elementi che contengono nocciola, arachidi e pesche.
Lorenzo Esposito, sette anni, ha un’allergia alimentare e da contatto, è un bambino che frequenta il I Circolo didattico “Sant’Alfonso Maria Fusco” ma a differenza di tanti altri ragazzi deve assolutamente evitare, tra l’altro, contatti con soggetti che hanno toccato o mangiato ingredienti e creme che possono contenere soprattutto nocciola.
Lo stato di allerta dei genitori è notevole al punto da dover consegnare un kit di immediato soccorso alla scuola per intervenire celermente in caso di necessità. Si tratta di un caso di allergia alimentare grave che può provocare l’anafilassi anche solo col contatto della pelle. Lorenzo potrebbe manifestare sintomi in grado di provocare uno shock anafilattico.
I genitori, Maurizio Esposito e Patrizia Romano, da anni adottano tutte le essenziali misure per evitare qualsiasi contatto soprattutto con elementi che contengono nocciola esortando anche le famiglie degli altri bambini che frequentano Lorenzo a seguire le indicazioni onde evitare gravi conseguenze al bambino.
Una condizione che trova, però, complessa applicazione presso la sede del I Circolo didattico “Sant’Alfonso Maria Fusco” con i genitori di Lorenzo che reclamano un intervento efficace finalizzato a tutelare la salute del bambino esortando la dirigente scolastica, Olimpia Tedeschi, a vietare l’uso dell’allergene all’interno del plesso di via Adriana.
Una nota informativa alle famiglie del solo “Padiglione B” è stata inviata lo scorso mese con la quale si informa di evitare spuntini contenenti arachidi, nocciole e pesche. L’informazione non ha carattere di divieto come richiesto dai familiari di Lorenzo che hanno ribadito le perplessità in merito al mancato provvedimento della dirigente nel corso di un incontro pubblico organizzato dalla scuola nelle scorse settimane.
Il divieto di consumare prodotti che contengono l’allergene è stato già adottato dalla dirigente del plesso “Rodari”, Maria Rosaria Merolla, della scuola romana di Largo Volumnia e da altre scuole italiane.
“Si deve operare per evitare che si verifichi la reazione allergica – puntualizza il professore Giovanni Cavagni già primario di allergologia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma – nell’ambito scolastico il personale scolastico e i genitori di tutti gli studenti dovrebbero essere a conoscenza della presenza di un bambino con grave allergia specifica ed evitare quell’alimento allergenico portato a scuola anche dagli altri studenti”.
Un concetto ripreso anche dal pediatra allergologo Salvatore Giordano: “La soluzione è sempre la stessa: allontanare l’allergene dalla classe e dalla scuola. Logicamente, più ci sono questi pericoli da contatto più aumenta il rischio”.