Arriva a fine anno una seduta di consiglio comunale di assoluta rilevanza per la compagine politica legata al sindaco Cosimo Ferraioli. Tra i sedici punti posti all’ordine del giorno figura, infatti, il riconoscimento dei debiti fuori bilancio diversi dei quali vincolati all’azienda speciale “Angri Eco Servizi”.
Una situazione singolare e complessa che si trascina da diversi anni, già prima dell’insediamento delle amministrazioni guidate da Ferraioli, a causa del continuo rinvio da parte degli amministratori per una vicenda che potrebbe avere un considerevole peso specifico sulla tenuta della casse comunali.
I debiti da riconoscere superano l’importo di 700mila euro e dovrebbero essere approvati dalla maggioranza del primo cittadino in maniera coesa nonostante i venti di crisi che si stanno sollevando nel raggruppamento che guida la città doriana da oltre un anno.
Difficile ipotizzare un ammutinamento dell’ultim’ora e un acceso dibattito tra le forze di governo e i gruppi consiliari di maggioranza considerato che la seduta sarà per l’ennesima volta in modalità video-conferenza.
“Abbiamo chiesto il consiglio in presenza considerata la rilevante importanza dei punti di discussione elencati nell’ordine del giorno – sottolineano i consiglieri comunali del gruppo “Progettiamo per Angri” – Abbiamo preso atto che il Presidente del civico consesso Massimo Sorrentino ha deciso di convocare, discutibilmente per l’ennesima volta in modalità streaming, il Consiglio Comunale giustificando la scelta per preservare la salute dei consiglieri comunali. Noi non siamo d’accordo su questa decisione poiché consideriamo la sede del consiglio comunale, “La Casa del Cittadino”, luogo idoneo per contenere in presenza tutti i consiglieri comunali con le dovute distanze ed in sicurezza. I collegamenti streaming non garantiscono a tutti la possibilità di seguire, senza interruzioni di campo, l’intera durata dei lavori. Quindi resta una scelta scriteriata e discutibile”.
Un “modus operandi” che il presidente del civico consesso Sorrentino ha adottato sin dalla sua elezione e mal digerito dagli esponenti presenti in consiglio comunale che in quattordici mesi hanno avuto una sola volta l’occasione di confrontarsi in presenza.
“Restiamo uno dei pochi comuni che, come istituzione politico/amministrativa, si riunisce ancora in assemblea in modalità streaming lasciando l’aula consiliare al libero utilizzo per altre forme di eventi con accessi di pubblico che contrastano con il principio di vietarne la fruizione ai primi ad averne diritto: i consiglieri comunali e i funzionari preposti al suo corretto svolgimento”, incalza i consiglieri Domenico D’Auria, Roberta D’Antonio e Vincenzo Ferrara.