Riceviamo e pubblichiamo – La morte di un essere umano, lascia sempre una scia di dolore, e può coinvolgere, più o meno profondamente, così tante persone quante hanno avuto a che fare con lui durante la sua esistenza.
Fanno eccezione a questa regola, gli infanti, quegli esseri che si sono appena affacciati alla vita e che, proprio perché mancanti di tempo, non hanno avuto modo di “imporsi” nel mondo se non nel cuore dei familiari più stretti.
Noi facenti parte dell’umanità tutta, sopperiamo a questa mancanza con la sensibilità: quando leggiamo o veniamo a sapere di una disgrazia che coinvolge un’anima innocente, ci sentiamo coinvolti profondamente anche se non sappiamo assolutamente nulla del fatto in se. Ed è successo lo stesso anche con la piccola “Stella”, la chiamo così perché credo che ogni nuovo nato sia come una stella destinata ad illuminare le notti più buie di noi abitanti del pianeta terra.
Stella è morta in ospedale, aveva solo un mese e spiccioli di giorni; è morta perché non mangiava, non si attaccava al seno materno e la madre non aveva i mezzi per nutrirla diversamente.
Almeno questo si dice in giro. Si farà chiarezza, ovviamente; ci saranno responsabilità che verranno appurate, sicuramente; si troveranno dei colpevoli da punire, decisamente; resta il fatto che la piccola Stella ha brillato solo per un mese e spiccioli di giorni.
Il suo ricordo, la sua tragedia, resteranno negli occhi e nel cuore della gente ancora per qualche giorno, poi ognuno di noi volgerà la testa e l’attenzione verso altre tragedie, altri ricordi, altro.
Ma stavolta rimarrà anche un gesto, un momento di solidarietà da parte di chi ha a che fare con la morte ogni giorno.
Perché la morte tocca alcuni aspetti della vita quotidiana e di cui non tutti hanno contezza: ci sono persone che si occupano di alleviare il dolore della dipartita prendendosi cura dei resti mortali di ognuno di noi, sono gli operatori ai servizi funebri, quelle persone ben vestite che ci accompagnano verso l’ultimo traguardo della nostra esistenza.
E stavolta uno di loro, titolare dell’agenzia di onoranze funebri “Augusto Savarese”, che opera nel nostro comune, ha fatto un gesto che va onorato condividendolo con tutti: Giovanni Savarese convocato dai servizi sociali insieme ad un’altra agenzia, per organizzare il funerale della piccola Stella, ha liberamente scelto di occuparsi delle onoranze funebri senza chiedere alcun compenso.
Un momento di calorosa solidarietà, in una situazione cosi difficile per tutti, in prossimità del Natale, per una famiglia che sta affrontando il più straziante dei dolori: la perdita di un figlio. Ed io qui sono a rendere onore ed a ringraziare chi, come Giovanni Savarese, sa rendere ancora umano il vivere quotidiano. Carmine Lanzieri Battaglia