Una prassi che pare essere diventata consuetudine dati i ritardi riguardanti la costruzione delle nuove cellette ossario.
Un aspetto che evidentemente sta spanzientendo numerosi cittadini che hanno già versato gli acconti per acquistare la concessione dell’ultima dimora.
La lentezza della burocrazia e le difficoltà operative stanno suggerendo a tanti di produrre istanze documentate per l’ottenimento delle quote pagate. E’ quanto si apprende da una determina del settore programmazione e risorse.
Molti, anche a seguito di un avviso pubblico di Palazzo di Città risalente al 2011 emesso durante la passata gestione amministrativa, avevano avanzato un concreto interesse per l’acquisto della concessione novantanovennale.
Dopo sei anni anni, vista la mancata realizzazione delle opere, i cittadini stanno facendo marcia indietro.
Il Municipio, attraverso le somme incamerate, avrebbe dovuto finanziare parte dei lavori di realizzazione dei nuovi loculi. Ora tutto potrebbe complicarsi.
A pesare comunque la carenza di spazio causata anche dalla presenza di vecchie nicchie: anche per questa ragione il Comune aveva inteso regolamentare alcune concessioni cimiteriali risalenti a più di cento anni fa.
La catalogazione già avvenuta nel recente passato ha evidenziato la difficoltà di risalire ai titolari di concessioni rilasciate tra il 1900 e il 1930 in particolare con riguardo alla parte più antica del cimitero. L’Ente ha anche predisposto uno schema di contratto che dovrà essere firmato dagli interessati.
“Il concessionario – è scritto – esonera il Comune concedente da ogni responsabilità nei confronti di altri eventuali aventi diritto alla regolarizzazione della concessione”.
L’atto che gli eredi dei defunti dovranno sottoscrivere rappresenta “una regolarizzazione del possesso della precedente concessione dello stesso loculo già assegnato con conseguente cambio di intestazione”.
Saranno a carico del concessionario gli oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria del loculo, mentre la pulizia esterna delle parti comuni sono a carico di tutti i concessionari.
A pesare l’assenza quasi totale della pratica della cremazione che potrebbe risolvere alla radice le problematiche legate alla carenza delle arre libere dove realizzare nuove nicchie e cellette.
Una scelta che per una serie di ragioni stenta a farsi strada tra la popolazione. Intanto, coloro che durante gli anni passati hanno versato la quota per la concessione pluriennale stanno producendo le relative istanze. Gli importi dati in acconto oscillano tra i cinquecento e i mille euro.
Pippo Della Corte