Il Comune ha chiesto un’anticipazione di liquidità alla banca tesoriera per un importo pari a 5milioni312mila430 euro. E’ quanto stabilito da una delibera di giunta su proposta del responsabile del settore finanziario Angela Pauciulo. La procedura è prevista dall’attuale normativa e consente ai Comuni di ottenere “anticipazioni entro il limite massimo dei tre dodicesimi delle entrate accertate nel penultimo anno precedente”, è scritto.
In sostanza, l’amministrazione per far fronte ad una pluralità di spese correnti e non avendo denaro sufficiente a disposizione ha chiesto un intervento della Banca Popolare dell’Emilia Romagna che funge da tesoreria comunale. E’ chiarito che tale necessità si presenta al fine di ottenere denaro a “titolo cautelativo per ovviare ad eventuali temporanee esigenze di cassa che potrebbero insorgere nel corso dell’esercizio del 2017 in relazione a possibili sfasamenti temporali fra la fase di riscossione delle entrate e di pagamento delle spese comunali”. Cioè le entrate accertate potrebbero non essere riscosse nei tempi previsti pur in presenza di uscite certe. Da qui la necessità di ricorrere all’intervento dell’istituto di credito chiedendo di ottenere il limite massimo consentito.
Di certo un segnale non confortante per le finanze cittadine. Ovviamente Palazzo di Città dovrà restituire l’importo rimborsando quanto usufruito e “vincolando a favore del tesoriere tutte le entrate afferenti ai primi tre titoli del bilancio dell’Ente: entrate correnti di natura tributaria, trasferimenti correnti, entrate extratributarie”. La somma sarà gravata da interessi, commissioni e da altri eventuali aggravi di ordine fiscale che dovessero derivare dall’anticipazione ottenuta. La scelta è stata dettata dalla necessità di far fronte ad una molteplicità di uscite in assenza delle dovute coperture. Una prassi sempre più diffusa vista la difficoltà per i Comuni di recuperare imposte e tibuti locali. Pippo Della Corte