Ad Angri è tornata, per la settima volta, la“Settimana del benessere psicologico”, evento promosso dall’Ordine Psicologi della Campania e finalizzato ad avvicinare i cittadini, attraverso visite gratuite presso i professionisti aderenti all’iniziativa e una serie di convegni, alla psicologia, la scienza che studia comportamento e mente.
Proprio ieri, la sala convegni della Biblioteca Comunale della città, ha ospitato l’incontro “Ben-essere e famiglia. Voci a confronto: genitori, figli e istituzioni”. Moderato dalla consigliera Maria D’Aniello e grazie agli interventi delle psicologhe Raffaella Attianese e Denise Leandi, della psicoterapeuta Carmela Ruggiero e della pedagogista Mara Bridi, si sono aperti interessanti scenari su varie tematiche che abbracciano la famiglia, dal momento in cui si forma sino al momento in cui, eventualmente, si sgretola, in seguito a separazione e divorzio.
La psicologa Denise Leandri ha analizzato la profonda mutazione del concetto di famiglia, a partire dal 1975, quando per famiglia si intendeva la società fondata sul matrimonio, fino ai nostri giorni, momento in cui una famiglia nasce già con la coabitazione. Non solo. La famiglia tradizionale, nel frattempo, è stata affiancata da altre “famiglie”, la monoparentale, la omosessuale e la ricostruita. Di sicuro, rispetto al passato, i modelli educativi si sono spostati da modelli più autoritari a modelli più comunicazionali. Largamente condivisa la posizione per cui il vero valore della famiglia non è nella struttura ma nella qualità delle relazioni istaurate.
La psicologa angrese Raffaella Attianese ha, invece, analizzato l’evoluzione del rapporto genitori-figli, rapporto profondamente cambiato nel tempo così come lo stile genitoriale, ovvero la capacità di capire i bisogni dei figli e l’abilità di supportarli nella difficile fase della crescita. Lo stile genitoriale, influenzato da una serie di fattori quali l’ ambiente, la qualità delle relazioni con la famiglia allargata, la risposta del figlio e il momento storico-culturale, può subire una serie di cambiamenti dovuti,per esempio, all’ età dei figli o a eventi di vita, come nel caso della separazione. Di sicuro i genitori devono essene sempre un punto di riferimento per i ragazzi e non è detto che non debbano sbagliare. Gli errori sono dovuti al fatto che genitori si diventa giorno dopo giorno. Genitori, infatti, non si nasce ma lo si diventa.
La sociologa Mara Bridi ha percorso le difficili fasi da attraversare in caso di separazione, divorzio e ricostruzione di una nuova famiglia, momenti in cui c’è bisogno di riorganizzare il ruolo genitoriale. Opportuno sarebbe evitare accuratamente la conflittualità tra coniugi. Coniugi che non devono trasformarsi né in “amici perfetti” (equilibrio troppo fragile che si rompe non appena uno dei due istaura una nuova relazione) né in “colleghi arrabbiati” o, peggio, in “nemici furenti”, ma in “colleghi collaboranti”, situazione che nasce dalla corretta elaborazione dell’addio e dall’inizio di una nuova vita, organizzata in maniera diversa. Analizzato anche il rapporto dei figli con il nuovo partner del genitore e le relazioni tra fratria ricomposta, cioè l’insieme dei figli di una famiglia ricomposta. In tutte queste nuove relazioni l’importante è darsi e dare del tempo.
La psicologa e psicoterapeuta Carmela Ruggiero, professionista angrese, ha chiuso l’incontro analizzando l’importanza delle istituzioni, in particolare della scuola, nella crescita dei bambini. La scuola infatti è il posto, dopo la casa, dove i ragazzi trascorrono la maggior parte del tempo. Fondamentale è lo stato di benessere in classe, ragion per cui gli insegnanti devono fare il possibile per raggiungerlo in quanto lo stato di benessere ha dei direttibenefici sull’apprendimento, più si sta bene in classe più si apprende facilmente. L’ insegnante deve utilizzare metodi ad hoc per ogni bambino ed evitare, sempre, il clima di competizione. In questo scenario è di vitale importanza anche la relazione tra il genitore e lo stessodocente: una relazione giusta tra i due soggetti contribuisce a creare armonia in classe. Sempre più spesso i genitori tendono a identificare l’ insegnate come colui che giudica il bambino e, di conseguenza, giudica anche il modo in cui è stato educato. La verità è che i genitori vogliono figli perfetti perciò accettano poco e male eventuali segnalazioni dei docenti di comportamenti “anomali” degli alunni, non comprendendo che, in realtà, sono solo consigli volti a migliorare la crescita ela vita dei ragazzi. Carmen Schiavone