Una situazione dal punto di vista dell’ospitalità che diventa sempre più complessa. L’Agro ormai è satura, per non parlare dei centri di accoglienza, là dove si sceglie sempre di scappare e abbandonare l’Italia per raggiungere molto spesso amici e parenti che vivono altrove. Anche il Papa durante l’Angelus ha annunciato che “anche due parrocchie del Vaticano accoglieranno in questi giorni due famiglie di profughi, ognuno accolga una famiglia di profughi, un gesto concreto in preparazione dell’Anno santo”.
Un’accoglienza che inizia proprio dalla diocesi di Roma come il Pontefice ha stabilito afferma Don Alessandro,” Spesso noi siamo ripiegati e chiusi in noi stessi, e creiamo tante isole inaccessibili e inospitali, si chiede di dare ai migranti una speranza concreta: di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che “fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama ad essere ‘prossimi’ dei più piccoli e abbandonati.
A dare loro una speranza concreta”.
Mi trovo spesso intorno ad un tavolo con i vertici della Prefettura, dichiara Don Alessandro essendo responsabile della Caritas, contribuisco a garantire sostegno e accoglienza non solo dal punto di vista materiale,tante sono le domande che ci porgiamo, arriveranno uomini, donne e bambini, qualcuno come al solito arriverà senza genitori, e questi sono i casi più difficili da gestire, quelli che richiedono una cura e una attenzione di gran lunga maggiore rispetto agli altri.
Quando gli immigrati sbarcano si effettuano i primi controlli, sia dal punto di vista medico che burocratico, è chiaro che all’arrivo, gli stranieri avranno a disposizione medici e volontari in grado di offrire l’assistenza che si renderà necessaria.
Anche se è pur vero che in tanti dopo qualche giorno di permanenza nei centri di accoglienza si sceglie di scappare e abbandonare l’Italia per raggiungere molto spesso amici e parenti in Francia, Spagna, Inghilterra e Germania.
Un appello al dialogo e all’apertura arriva anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Quando prevalgono l’egoismo e la demagogia, l’Europa e l’intero Occidente risultano più deboli e la loro voce diventa meno efficace nel mondo” – “Nessuno, in tempi di globalizzazione, può chiamarsi fuori o sentirsi al sicuro. Le fiamme della guerra lambiscono i nostri confini, provocando miseria, devastazioni e ondate di profughi che bussano alle porte dei Paesi occidentali con la speranza di trovare salvezza, speranza e diritti. La risposta delle nazioni democratiche non può essere la chiusura e l’arroccamento. I muri e i fili spinati non fermeranno il divampare degli incendi”. SIMONA CATANIA