Una nuova protesta dinanzi il comune di Angri. Un nuovo dramma sociale ed occupazionale, raccontato da un altro padre di famiglia, Salvatore Abruzzese, che con dignità ,nel corso della sua protesta pacifica ha acceso i riflettori sulla sua storia. La seconda protesta occupazionale legata al lavoro all’Angri Eco servizi in meno di una settimana.
“Sette anni fa ho saputo che c’era la possibilità di lavorare all’Angri Eco Servizi temporaneamente e stagionalmente, -racconta Abruzzese- ogni volta ho dovuto supplicare il direttore dell’azienda speciale per poter lavorare. Quest’anno, come tutti gli altri sette anni, ho lavorato soltanto due/ tre mesi, diversamente dagli altri del mio gruppo che invece lavoravano cinque ma anche sette mesi. Perché, e in base al quale criterio alcuni lavorano di più ed io, invece, ho sempre dovuto supplicare, e per togliermi dai piedi mi facevano lavorare, due mesi, due mesi e mezzo, massimo tre mesi?” E ancora: “Oggi devo mantenere una famiglia, ho due figli uno di 16 ed uno di 18 anni, e sono costretto a fare l’unica cosa che posso fare: manifestare, non avendo nessuna altra porta dove andare a bussare. Per me è molto deprimente stare qui, so benissimo che non è una vergogna, ma non mi piace stare qui a manifestare.”
Così poi Salvatore Abruzzese conclude, con un interrogativo che resta aperto: “ La domanda che mi tormenta è sempre la stessa, e mi dispiace ripetere sempre le stesse cose: qual è il criterio con il quale si lavora all’Angri Eco Servizi? In base a quale criterio una persona lavora un mese, un’altra tre mesi, e un'altra ancora cinque o sette mesi? Io pensa che il sindaco vorrebbe fare qualcosa di buono e far lavorare tante persone, ma il criterio che stabilisce chi ha bisogno più degli altri qual è? Io voglio sapere questo, non mi do pace da sette anni.”
Dagli ambienti politici di opposizione non tardano gli interventi volti a puntare il dito contro l’assessorato alle politiche sociali. In particolare da parte del consigliere Emilio Testa, degli Indipendenti per Angri: “Io non voglio fare sempre la parte di quello che attacca quest’amministrazione, ma in qualità di consigliere comunale ho l’obbligo morale di dover tentare di far riflettere chi ha l’onore e la responsabilità di governare questa città. Faccio, pertanto, un appello all’assessore ai servizi sociali, le chiedo di fare qualcosa per tutte queste persone che sempre più spesso manifestano contro il comune, che hanno perso la fiducia nelle istituzioni, mettendo anche a repentaglio la propria incolumità. Com’è possibile che dopo l’ennesima manifestazione ai piedi della casa comunale l’assessore Annamaria Russo e il sindaco Pasquale Mauri non sentano il bisogno di esternare qualche parola di solidarietà e conforto per il dramma sociale ed occupazionale dilagante in questa città? Sfogliando le pagine dei quotidiani locali non leggo, con la stessa frequenza con cui purtroppo accade ad Angri, casi analoghi nell’agro: qui siamo addirittura a due proteste a settimana. Dove vogliamo arrivare? E’ ora di dire basta con questa indifferenza nei confronti dei più deboli.”
E ancora, così il consigliere Testa evidenzia l’opportunità di cambiare rotta nelle politiche sociali cittadine: “ Tra comunicati stampa ed interviste varie del nostro assessore alle politiche sociali, chi ricorda interventi su come intende affrontare il problema della povertà e delle fasce deboli ad Angri? Io non ricordo nessuna iniziativa o progetto che vada in tal senso. Visto che l’assessore Russo parla, nelle sue uscite pubbliche, di manifestazioni, di eventi, di spettacoli, di luminarie, perché il sindaco non le lascia soltanto la delega all’arredo urbano? Su questi argomenti ci sembra brava. Però è ora di affidare a qualche altro/a –conclude Testa- la delega alle politiche sociali e familiari, perché in tre anni e mezzo sono stati collezionati soltanto fallimenti in materia.” Maria Paola Iovino