Il sistema scolastico farraginoso, l’assenza di corsi di formazione e specializzazione durante il percorso di studi obbligatorio, il significato sconosciuto del concetto di meritocrazia, la presenza ingombrante della caste, la scarsità dei fondi statali destinati alla ricerca, all’istruzione e agli incentivi per l’impiego dei giovani dipingono un quadro assolutamente negativo in relazione al futuro dei giovani angresi intervistati sul sistema scolastico italiano e sulle conseguenti prospettive di lavoro. Emergono sentimenti di incertezza e timore, ma ciò che colpisce di più è la rassegnazione comune di abbandonare i propri sogni nel cassetto ed accontentarsi con qualsiasi tipo di impiego.
Qualche caso sporadico testimonia però la volontà di continuare a vivere nella propria terra natìa provando a sovvertire lo status quo delle cose. Il giovane Antonio Cafisi, liceale neodiplomato ha così commentato: “Il sistema scolastico andrebbe riformato perché si fanno troppi anni tra superiori e medie, inoltre durante i 5 anni delle superiori gli studenti non vengono preparati in modo adeguato agli studi universitari o ai test d’accesso alle varie facoltà. Bisognerebbe eliminare l’esame di maturità per il risparmio economico. Sul lavoro, si dovrebbe abbassare l'età media dei lavoratori perché ci sono troppi giovani disoccupati ed in tanti costretti a migrare.
Sarei disposto a lavorare lontano da casa.” Il laureando in Scienze della comunicazione Alessio Smaldone ha dichiarato: “Il sistema scolastico italiano è, statisticamente, uno dei peggiori dell'Europa. Lo Stato non investe sul futuro e la riforma universitaria ha penalizzato anche la nostra formazione. Dal mondo del lavoro possiamo aspettarci decisamente poco a causa della crisi, della presenza delle caste soprattutto nei ruoli dirigenziali e della mancanza di meritocrazia. Nonostante tutto ciò non andrei a lavorare all'estero perché sarebbe come abbandonare i problemi e arrendersi.” Così l’insegnante e musicista Nicola Montella: “Questo sistema scolastico è assolutamente fallimentare. Penso che agli insegnanti deve essere assegnato un sistema di formazione basato sulla qualità delle conoscenze e poi bisogna abbassare l’età media pensionabile per evitare differenze d’età docenti-alunni troppo elevate che limitano il sistema educativo. Le scuole superiori vanno organizzate in base a competenze specifiche che canalizzino le scelte di studio in base alla prospettiva lavorativa. Per quanto concerne il mondo del lavoro sono necessari gli incentivi per i giovani, la valorizzazione delle competenze, l’attenzione all’arte e alla musica che migliorano l’uomo. Ormai da 7 anni lavoro lontano da casa, dunque con me sfondi una porta aperta.”
Per le giovani studentesse del liceo di scienze sociali Ilenia Abate e Veronica Seggiola la situazione è questa: “Il sistema scolastico è differente tra nord e sud Italia, soprattutto negli aspetti della pulizia delle strutture, l’organizzazione delle attività e la professionalità dei docenti. Il sistema non è meritocratico e la colpa è delle persone coinvolte. Si è spesso costretti ad emigrare all’estero per trovare un impiego compatibile col proprio percorso di studi. Ormai ci sono troppi laureati nelle fabbriche e molti ignoranti in tv. E’ difficile cambiare il sistema basato anche su differenze sociali incolmabili.”
Roberto Falcone, iscritto alla magistrale di Ingegneria civile ha commentato: “Purtroppo il nostro sistema scolastico ha generato in molti casi disinformazione e diffidenza. Per la riforma organizzativa credo possa essere preso a modello il sistema scolastico svizzero dove i giovani dopo la formazione post-obbligatoria possono scegliere tra due indirizzi facoltativi a seconda delle proprie inclinazioni: l’apprendistato con possibilità di opzionare tra oltre trecento professioni e la maturità di scuola media superiore. Dal punto di vista formativo, credo che sia importante preparare i giovani a pensare con la propria testa ed a saper prendere decisioni sulla loro vita e dallo spiccato senso civico. Sarei disposto a qualunque cosa per inseguire i miei sogni, ma abbandonerei con tanto rancore la mia città se costretto dall’ignobile ricatto del sotto-salariato.” Giuseppe Afeltra