US Angri sinonimo di confusione! L’unica conferma in un mare di dubbi, preoccupazioni e forti perplessità circa il futuro del club grigiorosso è lo stato confusionale generato da Raffaele Niutta.
Il presidente, dimissionario dallo scorso mese di settembre, sta attuando la politica del gambero: un passo avanti e due indietro mettendo a dura prova la pazienza del popolo grigiorosso.
Ogni giorno dal cilindro l’imprenditore napoletano ne tira una fuori, sconfessando le scelte fatte il giorno prima. Una sceneggiata pessima, nauseante e noiosa, che sta segnando un’uscita di scena sulla falsa riga di quanto avvenuto qualche anno fa ad Afragola con il trasferimento del titolo al Real Casalnuovo.
E, intanto, il tempo trascorre con i grigiorossi che a Ferragosto non conoscono ancora il proprio destino e con una platea che si chiede quale sia il reale obiettivo di quello che era stato accolto, due anni prima, come il salvatore della patria, l’uomo che aveva fatto breccia nei cuori degli angresi pronti ad inchinarsi dinanzi al “forestiero” di turno.
La tarantella dei pensieri non appassiona più nessuno, anzi, è divenuta oggetto di imbarazzo non solo per tifosi e appassionati ma anche per l’intera comunità considerato che sono stati interessati istituzioni e imprenditori.
La scelta della manifestazione d’interesse, seppur legittima, rappresenta un congegno per allungare i tempi e stride con la decisione di consegnare il titolo sportivo nelle mani del primo cittadino.
Tuttavia, non è la prima volta che l’Angri si ritrova ad adottare una simile soluzione. E’ successo nell’estate del 2023 quando l’allora presidente Armando Lanzione affidò l’incarico ad un professionista salernitano prima di cedere il club a Raffaele Niutta con l’intesa che il titolo sportivo restasse nella città doriana!
Cos’è rimasto di quell’accordo sbandierato ai quattro venti degli ex dirigenti?