Le dimissioni Nel nostro Paese le dimissioni sono considerate un disonore. In pratica dimettersi da un incarico, qualsiasi, è considerato un segno di debolezza o forse sarebbe meglio dire di “fessaggine”. Nelle altre culture europee le dimissioni rappresentano un gesto nobile di responsabilità, indipendentemente dall’incarico che si svolge.
Ha fatto molto scalpore il caso del Ministro della Difesa tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg che a marzo scorso si è dimesso dall’incarico perché un giornalista aveva scoperto che aveva copiato alcune parti della tesi di dottorato. Prima ha rinunciato al titolo e poi alla poltrona di ministro. Tanto di cappello! Se fosse successo….. in Italia, non sarebbe successo….. niente, visto che per problemi ben più gravi ( giudiziari o etici) tutti, o quasi, fanno finta di niente e stanno bene attenti a schiodarsi dalle loro poltrone.
Mi scuso per il paragone, ma è utile per capire le motivazioni che sono alla base di un gesto. Quando mi sono dimesso da presidente della commissione consiliare di indagine sull’Angri Eco Servizi, il Sindaco mi ha accusato di mancanza di responsabilità, ed ho dovuto difendermi da attacchi livorosi ed ingiustificati in quanto le dimissioni erano: da leggere come un fallimento, sia politico che amministrativo, che l'esponente del PD sta ora cercando di addossare alla maggioranza consiliare. In verità le dimissioni erano semplicemente un atto dovuto e responsabile, dopo che avevo fatto di tutto (con discrezione e senza polemiche) per dare un senso ad una Commissione consiliare d’indagine nata male e, poi, non messa mai in condizioni di operare. Poi, succede l’imprevedibile!
Apprendo delle dimissioni del Presidente del CDA di Angri Eco Servizi, l’amico e collega Ciro Risi e mi chiedo se anche lui venga ritenuto un fallito dai suoi amici di maggioranza, che lo avevano designato un anno fa.
Al posto loro, invece di scaricare le colpe sempre sugli altri, una seria riflessione, a questo punto, la farei e prenderei atto della gravità delle condizioni nelle quali versa l’azienda speciale, per poi decidere, dopo una attenta riflessione in Consiglio Comunale (se si ricordano ancora che esiste), le iniziative da assumere e le scelte strategiche da operare. Pensavano, forse, che tre poveri cirenei e un consulente (molto vicino, fin troppo, al Sindaco ed a qualche consigliere) avrebbero avuto la bacchetta magica e risolto tutti i problemi, vecchi e nuovi, dell’Azienda? Cosimo Ferraioli