L’US Angri 1927 sfrattata dal Novi! E’ successo stamattina quando la squadra ha raggiunto lo stadio Novi per effetturare la rifinitura in vista del delicato match contro il Fortis Murgia. Dirigenti, calciatori e staff tecnico sono stati invitati dai responsabili della struttura a lasciare sollecitamente l’impianto.
I custodi del campo hanno seguito le indicazioni arrivate da “Palazzo di Città” da dove è partito l’ordine di chiudere i cancelli dello stadio e non far svolgere l’allenamento alla prima squadra cittadina.
Una decisione che ha lasciato stupefatti i tesserati grigiorossi e generato la rabbia di un gruppo di tifosi presenti che attendevano l’inizio della rifinitura. Domenica scorsa il primo cittadino Pasquale Mauri, accompagnato da un manipolo di consiglieri comunali, si era recato allo stadio per raccogliere gli applausi e il tributo della società per l’impegno assunto nei confronti della squadra di calcio.
Una soddisfazione momentanea per i tifosi del cavallino rampante che a distanza di sei giorni hanno dovuto incassare il voltafaccia dell’amministrazione comunale che ha “cacciato” dallo stadio cittadino l’Angri calcio. La passerella prima del fischio d’inizio della gara con l’Ischia, contrasta con le scelte del Sindaco che ha assunto un provvedimento inaspettato, discutibile e grave alla vigilia di una partita importante per i colori grigiorossi.
La società del presidente Varone da alcune settimane ha prospettato all’amministrazione comunale l’opportunità di assumere la gestione diretta dello stadio comunale. Una soluzione inizialmente accolta con entusiasmo dal governatore cittadino che ha subito una frenata negli ultimi giorni con continue variazioni apportarte alla bozza di accordo da parte dell’Ente comunale.
Sconfortato il massimo dirigente del sodalizio grigiorosso, Nicola Varone, che stamattina si è recato personalmente al Novi per tentare di arrivare, invano, ad una soluzione. Il presidente grigiorosso ha manifestato il proprio disappunto e nel dialogare con alcuni tifosi ha lasciato trasparire la volontà di lasciare la guida dell’Angri.
Alla base della drastica scelta anche l’indifferenza mostrata dalla classe imprenditoriale e dalla politica angrese che finora hanno manifestato totale disinteresse nei confronti dell’Angri calcio.