L’assessore delegata uscente alle poli che sociali Maria D’Aniello elenca centri inutili, dimenticati poveri e disabili, ostenta titoli dubbi, rincorre like sui social. Tra milioni spariti e dimissioni teatrali, resta simbolo di decadenza politica angrese.
L’assessore D’Aniello e l’arte delle contraddizioni
Il panegirico dell’assessore Maria D’Aniello è un patchwork mal riuscito: tanto copia e incolla,
mancanza di vedute e, soprattutto, nessuna reale conoscenza delle problema che sociali della
città. Un esercizio di retorica che scivola spesso nel ridicolo, con dichiarazioni slegate dalla realtà quotidiana, da intelligenza artificiale.
Pronto intervento sociale inesistente e Centro Anziani
Il cosiddetto pronto intervento sociale davvero funziona come dovrebbe? Le strade ci raccontano
di un disagio psichico e sociale diffuso: una città che somiglia più a una colonia improvvisata per
nudis più che a un centro urbano. Mentre l’assessore annuncia servizi, i cittadini percepiscono
solo degrado.
Tra le sue indubbie e capricciose performance anche quella di avere alimentato una frattura tra gli
anziani del Centro di Via Colombo tanto da forzare l’apertura di un altro centro speculare in Via
Leonardo Da Vinci con ulteriori esborsi per le tasche dei cittadini. D’Aniello in questi anni ha
alimentato la “guerra degli anziani”.
Centri di accoglienza e numeri che parlano
Nel suo lungo post autocelebrativo, D’Aniello elenca centri di accoglienza che, messi tu insieme,
riescono a offrire qualche servizio a poco più di un centinaio di utenti. È questa la missione di un assessorato alle politiche sociali in una città di circa 35mila abitanti? Se così fosse,
significherebbe vivere in una città fiorente, con un tessuto sociale ricco e sano. La realtà è ben diversa: gli ultimi, i poveri che non arrivano a fine mese, gli anziani soli e i portatori di disabilità – che hanno bisogno di assistenza domiciliare – vengono dimenticati o emarginati.
Il caso di un cittadino non deambulante: una beffa amara
La vicenda di un cittadino non deambulante è emblematica: da due anni vive in condizioni
inumane e l’assessore, in due anni, ha saputo offrirgli soltanto una prospettiva umiliante: il
ricovero in una RSA. Un insulto per un uomo che ha poco più di cinquant’anni.
Comunità Sensibile e milioni scomparsi
Nella società consortile Comunità Sensibile, D’Aniello si dice commissariata dal collega Massimo
Sorrentino e Annalisa Galasso, membro del CDA, ma resta senza risposte la vera questione: ma
come si fanno ad impregnare 1,2 milioni di euro? Siamo sicuri che sta dicendo la verità? Non
sembra, avrà letto male come suo solito visto il precedente con le assistenze domiciliari per le
quali causa mancata programmazione l’ente ha dovuto ricorre ad un riequilibrio di bilancio a
giugno. Senza questo provvedimento anziani e fasce deboli sarebbero rimaste senza assistenza per
il resto dell’anno solare.
Ancora D’Aniello ha lungamente insinuato che i fondi dedicati del suo assessorato sarebbero sta
spostati e spesi per festini e altro dai suoi colleghi di maggioranza, lo fa come chi spiffera
pettegolezzi al bar. La politica seria non accusa a mezza voce: denuncia e prende le distanze.
Dimissioni a intermittenza
D’Aniello ha collezionato dimissioni dalla sua stessa maggioranza, salvo poi rientrare, sempre per
protesta e “amor di popolo” come afferma. Un teatrino stanco che dimostra soltanto una cosa:
non si riconosce più nella coalizione che dovrebbe rappresentare, eppure resta aggrappata alla
poltrona.
Titoli e tole
L’assessore si compiace del titolo di “dottoressa”. Peccato che oggi basti poco per appendere una
pergamena al muro, e a guardare certi suoi interventi sembra che lo studio sia rimasto un dettaglio
saltato. Il titolo, più che segno di competenza, appare come un vezzo da ostentare.
Il lessico dell’ignoranza
Persino nel linguaggio tradisce i suoi limiti e di chi la segue comunicativamente: si ostina a parlare di “disabili”, quando ormai il termine corretto è “portatori di disabilità”. Una sfumatura che non è solo lessicale, ma anche culturale. Segno di un’ignoranza che pesa più di qualunque refuso.
La passerella social
E poi c’è la sua ossessione: i social. Tra video che generano ilarità, foto di circostanza, sorrisi finti e frasi fatte e di repertorio, sembra più concentrata a collezionare like che a risolvere problemi.
Una
politica trasformata in passerella digitale, dove ogni post è un esercizio di vanità e ogni proclama scivola nel grottesco.
Sicurezza, commercio e decadenza
Cosa hanno fatto D’Aniello e il suo sodale, il presidente del Consiglio Massimo Sorrentino, sul
tema sicurezza? La città è in preda a tossici, ludopatici e alcolizzati di ogni età, che mettoono a
rischio i nostri figli e la comunità. La delega al commercio, da loro detenuta e mai gestita, ha
portato alla “decesso sociale” e commerciale non solo del centro ci adino: un tempo vivo e
animato, oggi un cimitero urbano di serrande abbassate.
Ambizioni mascherate
Il progetto vero di D’Aniello non è sociale né amministrativo, ma personale. La candidatura a
sinistra, o forse a destra, già firmata e nascosta, lo dimostra. Dietro le parole di dignità e sostegno si legge solo l’ambizione di sopravvivere politicamente, con la solita partita truccata delle tre carte.
Cosimo Ferraioli e la Famiglia Sorrentino, se avessero realmente a cuore la città, si sarebbero
dimessi anni fa. Ma la realtà è so o gli occhi di tutti: ci auguriamo solo che gli elettori siano
finalmente consapevoli di questo decennio flagellato di fallimento e votino consapevoli senza farsi
condizionare da spese solidali momentanee, cibi sospesi e uova di cioccolata surrogate. D’Aniello
la favola sta terminando, il lupo cattivo e dietro l’angolo.
Il Segretario Cittadino
Gianluigi Esposito
I consiglieri comunali del Partito Democratico di Angri: Caterina Barba, Roberta D’Antonio e
Domenico D’Auria

