La paventata chiusura della casa famiglia “Rosamunda”, collocata nel lato ovest di via Crocifisso, ha indotto familiari e rappresentanti delle associazioni cittadine a scendere in campo per evidenziare le conseguenze che una simile scelta potrebbe avere sul futuro delle persone che sono curate e ospitate all’interno della struttura.
A manifestare l’evidente criticità e lanciarsi in prima linea nella battaglia contro la decisione dei vertici dell’Asl salernitana è Eduardo Ficca, presidente dell’associazione angrese “L’approdo”: “ci sono persone che sono attaccate a quelle struttura per un valore affettivo e per il lavoro e l’impegno che ogni giorno gli operatori mettono in campo per accudire e curare persone che hanno evidenti difficoltà – afferma Ficca – la chiusura potrebbe aver delle forti ripercussioni su questo tipo di persone e soprattutto proverebbe le famiglie di un punto di riferimento importante”.
Già negli anni passati si era fatta larga l’ipotesi di chiudere i cancelli e fermare le attività di supporto che offre la struttura ubicata nella zona periferica della città doriana. Una decisione che fu procrastinata assicurando le prestazioni e i servizi che la casa famiglia “Rosamunda” riesce a garantire attraverso l’operatività di dipendenti che si prendono cura degli utenti.
“E’ un problema che si ripresenta a distanza di anni – conferma Eduardo Picca – in passato è sempre stata evitata la chiusura perché ci si rendeva conto della rilevanza e dell’impatto che il lavoro degli operatori ha sulle persone che usufruiscono del servizi, ora siamo difronte ad una decisione di vitale importanza per tante famiglie che trovano professionalità e sostegno morale in una struttura che è diventata parte integrante del vivere quotidiano di tante persone!”.