La relazione programmatica sul P.U.C. coinvolge l’intero territorio e cittadinanza, pertanto il Partito democratico ritiene che sia importante invitare i portatori di interesse e gli attori in causa, associazioni di categoria, quali commercianti, artigiani, agricoltori, comitati cittadini, gruppi politici di maggioranza ed opposizione, istituti scolastici, insomma, le rappresentanze di coloro che quotidianamente vivono il territorio e che più di tutti riescono a percepire le problematiche esistenti, in tal modo è possibile ascoltare le esigenze e i disagi; allo stesso tempo trovare le soluzioni che tra l’altro, possono nascere dal confronto con le rappresentanze stesse.
Siamo soddisfatti che l’amministrazione comunale abbia avviato il percorso partecipativo per il Piano Urbanistico Comunale che, ha registrato la presenza di tutte le forze politiche presenti.
La proposta principale formulata dal PD- centrosinistra è la necessità di individuare tra gli indirizzi strategici che determineranno il futuro assetto del nostro territorio, il Piano Energetico Ambientale, che a nostro avviso rappresenta il principale strumento programmatico e definisce gli obiettivi e gli interventi da perseguire per diminuire le emissioni dannose in atmosfera, favorendo lo sviluppo delle fonti rinnovabili e promuovendo l’uso razionale dell’energia. Altro elemento, è il consumo del territorio.
La crescita senza limiti del consumo di suolo considera il territorio una risorsa inesauribile, un percorso che, se non interrotto, porterà al collasso. Questo consumo di suolo si è trasformato in puro spreco, con decine di migliaia di capannoni vuoti e case sfitte: suolo sottratto all’agricoltura, terreno che ha cessato di produrre vera ricchezza.
La cementificazione riscalda il pianeta, pone problemi crescenti al rifornimento delle falde idriche e non reca più alcun beneficio, né sull’occupazione né sulla qualità della vita dei cittadini. Dove esistevano paesi, comuni, identità municipali, oggi troviamo immense periferie urbane, quartieri dormitorio e senza anima: una “conurbazione” ormai completa per molte aree del paese.
La soluzione può essere rappresentata da una politica urbanistica ispirata al principio del risparmio di suolo e alla cosiddetta “crescita zero”, quelle che portano ad indirizzare il comparto edile sulla ricostruzione e ristrutturazione energetica del patrimonio edilizio esistente. Altro elemento determinante e qualificante potrebbe essere la “rottamazione degli edifici” che non hanno caratteristiche antisismiche.
Ad Angri è un problema molto sentito a partire dal terremoto dell’80, in quanto tutti i palazzi del centro subirono danni consistenti. In sintesi si potrebbe incentivare la demolizione e ricostruzione degli edifici si potrebbe in tal modo puntare alla riqualificazione edilizia, architettonica ed energetica, nonché alla realizzazione di alloggi a canone moderato. Ulteriore argomento e quello della costituzione di una STU ( società di trasformazione urbana) al fine di consentire la realizzazione di interventi di riqualificazione urbana. Antonietta Giordano