L’aumento delle tariffe per l’utilizzo degli impianti sportivi comunali non è stato accolto di buon grado dalle associazioni che operano nel mondo dello sport e utilizzano le strutture comunali. Il malcontento per le scelte operate dal governo cittadino traspare dalla difficoltà di diversi gruppi sportivi di poter fronteggiare le richieste di pagamento dell’ente comunale.
“E’ impensabile che per utilizzare la palestra della scuola media Galvani si debbano pagare quindici euro all’ora – commenta il presidente del Gruppo Sportivo Doria, Gino Falcione – portiamo avanti da trentaquattro anni le nostre attività vivendo le difficoltà di una carenza di impianti destinati alla pratica sportiva di bambine e ragazze del territorio, però, non ci era mai capitato di dover pagare un prezzo così salato”.
I costi degli impianti aumentano quando ci sono da disputare le gare con le associazioni locali obbligate a pagare la quota di sessanta euro per giocare gare agonistiche di basket o pallavolo. “Sono cifre fuori dalla portata di qualsiasi associazione – spiega Falcione – a questo va aggiunto che le strutture non valgono assolutamente quel prezzo”.
L’amarezza del numero uno del GS Doria, società che da anni opera nel settore della pallavolo, è provocata anche dalla tipologia di accordo che avrebbe dovuto consentire alla società oro-argento di avere la gestione della palestra Galvani. “C’è stato un sondaggio per la nostra disponibilità a gestire l’impianto – afferma Falcione – e dopo aver valutato ogni aspetto ci siamo resi conto che la convenzione avrebbe richiesto sacrifici e impegni di natura economica fuori dal nostro budget registrando, però, un cambio di versione da parte dell’amministrazione comunale che in prima battuta ci avevano sottoposto un contratto diverso e per tale motivo abbiamo rinunciato”.
Altro aspetto rilevante su cui Falcione orienta l’attenzione sono i costi dei servizi a domanda individuale e il conseguente introito che l’ente dovrebbe ricavare dal pagamento delle quote versate dalle associazioni. “I costi per la gestione delle palestre Da Vinci e Galvani sono di 18.500 euro all’anno – sottolinea il dirigente Falcione – e facendo calcoli semplicissimi e aritmetici con il pagamento di quindici euro all’ora per il monte ore disponibile nelle due palestre il Comune andrebbe ad introitare oltre 42mila euro solo per gli allenamenti, alla cifra dovrebbe poi aggiungersi il versamento di sessanta euro per ogni gara disputata nei due impianti cittadini, in sintesi l’amministrazione comunale e il sindaco Mauri hanno previsto un abbondante guadagno attraverso lo sport cittadino, altrove – conclude Gino Falcione – lo sport è considerato come occasione di aggregazione e crescita dei piccoli cittadini ad Angri, invece, è solo forma di guadagno per gli amministratori!”