Unaproposta innovativa rivolta all’amministrazione comunale. È quella formulata dall’associazione “La Tua Nazionale”. Gli attivisti vorrebbero che alcuni immobili pubblici venissero riutilizzati e condivisi dai professionisti cittadini consentendo loro l’abbattimento dei costi di gestione di un ufficio.
«Altrove lo chiamano coworking. Noi ne offriamo un’interpretazione più dirompente. Occorre recuperare il tessuto sociale cittadino.
Le persone non si ascoltano, non condividono, si osservano a distanza, impegnate in unacompetizione perpetua», ha spiegato il portavoce Giuseppe D’Ambrosio. In sintesi l’invito alla giunta è quello di individuare alcuni spazi da attrezzare per consentirne la condivisione come già avviene in alcune città italiane.
«L’idea è quella di riconvertire per esempio la biblioteca comunale o alcuni beni appartenuti alla criminalità e ora nella piena disponibilità del Comune per destinarli ai giovani professionisti in cambio di un canonemensile calmierato».
Ancora: «Palazzo di Città dovrebbe farsi carico di tutte le opere e a seguito di un bando pubblico individuare l’associazione a cui affidare le stanze», haancora continuato. «L’idea è allestire uno spazio dove chi si affaccia ad una professione possa incontrare altri e confrontarsi, mettendo insieme risorse, seminando idee nei momenti di pausa, andando oltre se stesso.
La condivisione va oltre lo spazio di lavoro. Immaginiamo inoltre convenzioni con strutture sportive e ricreative». Un’idea che ovviamente dovrà essere poi calata nella realtà del tessuto cittadino. Pippo Della Corte