Canoni idrici: annullate numerose bollette risalenti agli anni 2000 e 2001 per decine di migliaia di euro. Si tratta di un primo provvedimentomane potrebbero seguire altri. Dopo circa un quindicennio l’amministrazione retta dal sindaco Pasquale Mauri, a fronte di motivate istanze da parte dei contribuenti, ha deciso di procedere con quelli che vengono definiti tecnicamente discarichi amministrativi. In sostanza, Palazzo di Città al fine di evitare un aspro contenziosocon i contribuenti, ha preferito risolvere in via amministrativa l’intricata vicenda.
Due le motivazioni che hanno consentito di sanare le pendenze in essere: l’assenza di allaccio alla rete idrica comunale di molte abitazioni e poi l’intervenuta prescrizione del credito nelle more della notificazione proprio delle cartelle esattoriali.
L’ufficio programmazione e risorse, guidato da Filomena Lazazzera, ha quindi ritenuto opportuno agire stragiudizialmente trattandosi di crediti considerati nulli, oppure inesigibili. Una scelta adottata anche per fare chiarezza nelle pieghe del bilancio comunale eliminando parte dei residui attivi, ovvero crediti che l’Ente vanta nei confronti dei propri debitori.
Attraverso il discaricoamministrativo parte dei previsti introiti sono stati depennati sanando una aspetto che si trascinava da più di un decennio.
Intanto, per restare in tema continuano ad essere favorevoli ai consumatori le sentenze dei Giudici di pace con riferimento alle fatture emesse dalla Gori, attiva in città dal maggio2004. Di recente alcuni utenti, assistiti dall’avvocato Eliodoro Alfano, hanno ottenuto sia il rimborso di quanto pagato in eccesso che l’annullamento delle fatture emesse dal gestore con relativa condanna alle spese.
L’assenza della sottoscrizione del contratto di fornitura idrica e la mancata installazione dei contatori con le relative letture gli elementi emersi a favore dei ricorrenti. In particolare a pesare a favore dei ricorrenti è stata l’assenza da parte degli stessi della sottoscrizione del contratto di fornitura idrica e delle relative clausole con il soggetto erogatore subentrato al comune nel maggio del 2004.
In sostanza, si evidenzia nelle motivazioni, «non è stato depositato alcun contratto di somministrazione e di conseguenza non esiste clausola che imponga l’obbligo per l’utente di pagare una somma diversa con l’applicazione di una quota variabile di tariffa alla quantità di acqua accertata, il cosiddetto sistema a blocchi crescenti». Pippo Della Corte