Immmobili fantasma, la situazione è grave. Dei 1806 scovati sul territorio più di un centinaio sono stati accatastati d’ufficio, ma dai dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate pare che il lavoro da compiere sia ancora lungo e laborioso. Di questi fanno parte anche numerosi ex fabbricati rurali, difficilmente accatastabili. Pertanto non solo case, ma anche capannoni, depositi, box, cantine, gazebi.
È chiaro che gli immobili non accatastati sfuggono al fisco. Da sottolineare che per molti immobili il processo di accertamento è stato avviato dall’ufficio provinciale competente ed è ancora in corso. Altri cittadini a seguito di controlli hanno, invece, preferito aderire spontaneamente.
È scritto in una nota che «in caso di mancato adempimento la disposizione prevede che l’iscrizione in catasto avvenga d’ufficio, sulla base di una rendita catastale presunta, in attesa dell’accertamento definitivo che sarà effettuato dagli uffici territoriali dell’Agenzia del Territorio». Il tentativo è far emergere la presenza dei “fabbricati fantasma”, ovvero quelli mai dichiarati.
Per i furbi, o i distratti aver aderito entro i termini ha comportato minori oneri sia per le sanzioni, che per gli interessi sui tributi catastali evasi. In determinati casi, in particolare per quelle costruzioni di difficile identificazione la pratica è stata conclusa senza aggiornamento. Un definitivo processo regolarizzazione degli immobili cittadini potrà garantire maggiori flussi di entrate. Pippo Della Corte