Denaro contante utile per le spese correnti: il Comune ricorre ad un'anticipazione di tesoreria pari 5milioni600mila euro. Una procedura prevista e possibile quando gli Enti non versano in uno stato di dissesto finanziario. Di certo, però, un segnale circa la necessità di far fronte alle uscite non avendo la giusta liquidità disponibile e pronta all'uso. Spesso una prassi per molti Municipi giustificata dallo sfasamento temporale tra le entrate previste in bilancio e le uscite. Incerte le prime, sicure le seconde.
Da qui la necessità per Palazzo di Città di richiedere un prestito alla Banca della Campania. Importo che dovrà essere comunque restituito all'istituto di credito maggiorato di intressi e commissioni. I soldi ricevuti, quindi, dovranno essere utilizzati per far fronte ad una pluralità di spese ordinarie: acquisto di beni e servizi, spese per il personale, interessi passivi.
Uscite che di norma devono essere coperte da relative entrate. Nello specifico l'amministrazione ha previsto entrate per 22milioni450mila euro, la gran parte dalla riscossione dei tributi locali: Imu, Tares, Tosap. Minima è la quota di entrate di natura extratributaria o derivante dai trasferimenti da parte dello Stato e della Regione. A quanto pare, però, alle previsioni non sono ancora corrisposti i risultati sperati.
Un ritardo tra quanto accerteto e quanto invece effettivamente incassato. Una situazione che se protratta nel tempo potrebbe mettere in seria difficoltà il Comune, considerati i notevoli flussi di spesa. Nell'atto, a firma del ragioniere capo Filomena Lazazzera, è scritto, infatti, che "si ravvisa la necessità di ottenere l'anticipazione di cui sopra a titolo cautelativo per ovviare ad eventuali temporanee esigenze di cassa che potrebbero insorgere nel corso del corrente esercizio in relazione a possibili sfasamenti temporali fra la fase di riscossione delle entrate e di pagamento delle spese comunali". Insomma, un campanello d'allarme. Pippo Della Corte