Massiccia partecipazione solenne Messa, celebrata dal vescovo, Giuseppe Giudice, e la parroco della Collegiata di San Giovanni Battista, Enzo Leopoldo, nel corso della quale è stato restituito l’agnello di oro zecchino, trafugato anni fa, alla preziosissima scultura in argento di San Giovanni. “Gerardo Ferraioli, è il filantropo angrese –afferma il curatore Antonio D’Ambrosio- che immediatamente si è messo a disposizione per poter contribuire ad una grossa cifra per la realizzazione dell’agnello di oro zecchino, una riproduzione di quello del 1700 che fu trafugato, e che sarà collocato vicino alla statua d’argento di San Giovanni Battista. E’ stato difficilissimo trovare un artigiano che riuscisse a imitare fedelmente l’agnello originario, le ricerche si sono svolte in tutt’Italia ed alla fine è stato individuato un indiano che in otto mesi è riuscito nell’impresa.”
E ancora: “L’agnello originario era stato realizzato, insieme al San Giovanni, nel 1718 –continua D’Ambrosio- dai fratelli Moscariello, sotto i borboni. E’ essenziale dire che il San Giovanni è tutto in argento, ricoperto da falde d’oro, e l’agnello in oro zecchino era stato sottratto furtivamente. Ora rimettendo l’agnello al suo posto, è importante dire che la scultura acquista un notevole valore, non solo da un punto di vista artistico, culturale e storico, ma anche economico. Un valore, quindi, inestimabile, e non solo per l’agnello in sé e per sé, ma dal momento che attraverso un perno sarà ricompattato con il San Giovanni, il valore è eccezionale. Una scultura di San Giovanni di un tale valore è unica in questo genere in Italia.” Un patrimonio da custodire con cura, e che verrà tutelato da un complesso sistema di sicurezza, per scongiurare un altro furto. “Il culto per San Giovanni –conclude D’Ambrosio- è particolarmente sentito dai cittadini angresi, pertanto il valore di questa scultura è doppiamente inestimabile e da tutelare. Poi l’altare dove sarà conservato, sarà rimesso a nuovo con acquasantiera e altri pregiati pezzi in marmo. Sarà motivo d’orgoglio per tutti gli angresi. Inoltre, anche grazie alla diffusione da parte della stampa si diffonderà la notizia della presenza di questa scultura preziosa, e saranno in tanti a volerla venire ad ammirare e adorare.” Maria Paola Iovino