Dramma occupazionale. Ieri, intorno alle otto, M. C, quarantunenne, ha dato vita ad una manifestazione di protesta dinanzi agli uffici dei servizi sociali in via Cristoforo Colombo. La donna ha apposto delle catene ai cancelli di ingresso, impedendo ai dipendenti comunalidi accedere agli uffici. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Angri, guidati dal luogotenente Egidio Valcaccia. I militari sono riusciti a convincere la donna a interrompere la protesta, in modo dapermettere ai dipendenti di entrare in ufficio.
La quarantunenne, separata e disoccupata, ha spiegato ai dipendenti e ai militari di aver deciso di protestare in maniera così accesa a causa di una situazione economica a dir poco drammatica, e perché aveva già chiesto all’amministrazione comunale e agli stessi servizi sociali di aiutarla a trovare un lavoro.
La donna ha comunque seguito le indicazioni dei carabinieri e che si sono preoccupati che la signora fosse ricevuta dai responsabili dei servizi sociali. La situazione è stata, dunque, riportata alla normalità e non è stato rilevato alcundannoné a persone né a cose. Si tratta di unmomentodifficile, sia sotto il profilo occupazionale che sotto quello economico.
Manifestazioni analoghe sono, purtroppo, all’ordine del giorno. Il dramma vissuto dalla signora è stato raccontato in poche righe, scritte di suo pugno, ed affisse ai muri dei servizi sociali, per chiedere un aiuto, un intervento, unamanotesa. Si tratta di storie devastanti, che non si vorrebbero mai raccontare, ma purtroppo troppo comuni.
Nel caso specifico si tratta di una situazione molto delicata, anche perché non è la prima volta che la quarantunenne angrese intraprende azioni di protesta di questo tipo. La donna, difatti, qualche mese fa si era incatenata al divano nella sala d’attesa degli uffici dei servizi sociali per accendere i riflettori sulla sua disperazione. Maria Paola Iovino